Bolzano, caccia ai due violentatori della ragazzina Aggredita mentre tornava da scuola in bicicletta Oggi presidio contro la violenza sulle donne
È caccia aperta ai due uomini che hanno aggredito e violentato in pieno giorno una ragazzina di 15 anni che tornava da scuola percorrendo la pista ciclabile che costeggia il fiume Isarco, a Bolzano.
Il Viminale ha annunciato che venti unità di rinforzo parteciperanno ai controlli straordinari già attivati in provincia su input del Commissario di governo.
Allo studio ci sono anche misure per l’immediato allontanamento dal territorio attraverso il Decreto Sicurezza.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la giovane è stata improvvisamente fermata da due uomini di colore sbucati all’improvviso, che l’hanno aggredita e poi trascinata poco distante, in un luogo più appartato, dove uno dei due l’ha violentata.
Ora la giovane si trova in ospedale in stato di shock, ancora molto provata. Gli esami clinici hanno confermato la violenza subita. Ora gli inquirenti attendono i riscontri delle analisi sui vestiti della studentessa, che sono stati inviati alla scientifica di Padova.
La polizia ha sequestrato anche la bicicletta ed acquisito le immagini delle telecamere installate più vicine alla zona.
L’aggressione sarebbe avvenuta verosimilmente attorno alle 14.45 di lunedì, dal momento che la chiamata al 118 da parte di due passanti, un uomo ed una donna, che hanno soccorso la studentessa, è arrivata circa un paio di minuti prima delle 15.
Al momento, ha spiegato il procuratore capo di Bolzano, Giancarlo Bramante, non ci sono testimoni oculari della vicenda.
«Ma se ce ne fossero», questo l’appello rivolto alla cittadinanza, «chiediamo di farsi avanti».
Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni, chiede «tolleranza zero per stupratori e pedofili: pene severissime, senza alcuna possibilità di sconti di pena e in aggiunta a questo castrazione chimica per i vermi di qualsiasi nazionalità». Secondo Forza Italia, «per la sicurezza non servono selfie, picchetti e striscioni improvvisati ma fatti forti, immediati e concreti.
Salvini rafforzi immediatamente i presidi di polizia in provincia di Bolzano per garantire il controllo del territorio specie nei siti sensibili», ha dichiarato invece la coordinatrice altoatesina, Michaela Biancofiore.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Pd, con l’eurodeputata Isabella De Monte: «Di fronte a fatti come questi non si può più sentire il ministro Salvini riempirsi la bocca con la parola sicurezza, mentre è in giro a fare comizi, si fa i selfie o va in gita dall’amico Orban. Sarebbe ora di passare dalle chiacchiere ai fatti. Perchè la misura è davvero colma: faccia il ministro e lavori per la gente».
L’episodio, ha dichiarato la presidente del Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, «ci conferma che la violenza contro le donne non è un fenomeno temporaneo ma continua a rappresentare una vera e propria emergenza sociale».
Per oggi il coordinamento donne della Cgil/Agb di Bolzano ha organizzato un presidio nel luogo della violenza sessuale a cui aderiscono enti e associazioni come Anpi Alto Adige e Centaurus Arcigay Alto Adige.