Covid, impennata in Alto Adige: 55 casi La Provincia rassicura: situazione sotto controllo «Non sono necessari nuovi divieti»
I laboratori dell’Azienda sanitaria altoatesina nelle ultime 24 ore hanno effettuato 1.642 tamponi coronavirus, con un'incidenza significativa, dunque, dei positivi (3,35%).
Sono stati registrati 55 nuovi casi positivi, contro i 17 di ieri. Riapre la terapia intensiva covid, che ora ha nuovamente un paziente, mentre resta invariato a 21 il numero dei pazienti ricoverati nei normali reparti ospedalieri. 1.864 persone in isolamento domiciliare, delle quali 33 di ritorno da Croazia, Grecia, Spagna o Malta.
E stamattina la seduta del consiglio provinciale è iniziata con un intervento informativo della giunta provinciale sulla discussione, nella Conferenza delle Regioni, sulle misure anti-Covid decise dal governo, fra cui l'uso della mascherina anche all'aperto. In proposito stasera si terrà un nuovo confronto fra l'esecutivo centrale e le autonomie locali, in vista del varo del nuovo dpcm.
L’assessore Thomas Widmann ha innanzitutto informato sulla situazione attuale: i dati sono simili a quelli di tre/quattro settimane fa, e la situazione è sotto controllo, non sono necessarie ulteriori misure.
Solo il 21 settembre sono stati fatti 1.126 test, che hanno dato come risultato 38 positivi: la situazione, considerando che 546 erano i test nuovi, è molto diversa da quella di marzo.
Inoltre, prima emergeva solo la punta dell’iceberg.
Se a marzo venivano ricoverate in terapia intensiva 5-6 persone al giorno, e c’erano tanti asintomatici non considerati, oggi c’è per la prima volta di nuovo un paziente in terapia intensiva: ha più di 80 anni e patologie pregresse, ed è la prima persona ricoverata dopo tanto tempo. Oggi viene testato un numero di persone pari a 7-8 volte tanto quanto accadeva a marzo, quindi i dati sono migliori di quanto sembra.
Questo non significa che la situazione non sia difficile: per esempio, a Sesto Pusteria ci sono troppe persone positive, potrebbe essere un nuovo focolaio e bisogna reagire velocemente: a questo scopo si sta anche trattando con Roma per avere protocolli più snelli.
I posti in terapia intensiva sono passati da 37 a 100, se si aumenteranno ancora si rischia di compromettere altri servizi, anche se si tuteleranno i pazienti oncologici. Oggi vengono utilizzate un numero di mascherine che sono 200-300 volte di più rispetto a marzo, ci si è attrezzati, ma non basterebbe in caso di una seconda ondata. I test preventivi in agricoltura hanno permesso di garantire il raccolto e le persone, e anche il settore turistico si è ben organizzato dopo i primi casi: non è stato registrato alcun caso nonostante 200.000 arrivi. Bisogna migliorare nella produzione e nell’industria, ma il bilancio è positivo anche se il rischio aumenta con l’arrivo dell’inverno, pertanto, è importante il rispetto delle regole.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha chiarito che la legge provinciale non era stata impugnata, quindi è in vigore e ha lo stesso rango di una legge nazionale. Sulla base di questa legge, il presidente della Provincia può anche decidere deviazioni dalle disposizioni statali, sia rafforzamenti che alleggerimenti, mentre le altre Regioni possono solo introdurre misure più rigide.
Questa sera ci sarà una nuova Conferenza delle regioni con il ministro Boccia; è stato annunciato un nuovo decreto del presidente del Consiglio, che sarà discusso stasera e prevede l’obbligo di portare sempre con sé un dispositivo di protezione, da utilizzare quando necessario. Questo è un pò più rigido rispetto alla norma provinciale, ma non si è molto lontani, in quanto dovendo portare la mascherina nei locali pubblici,m nei negozi, sui mezzi di trasporto è chiaro che bisogna avere una mascherina con sé.
A volte però manca la disciplina, ci sono persone che non prendono sul serio gli obblighi: in particolare, preoccupano le occasioni di ritrovo e feste private, da cui spesso partono nuovi contagi. Questa sera nella Conferenza egli ricorderà, sostenuto da altri colleghi, che non ha senso un obbligo generalizzato di portare la mascherina, se non si hanno contatti con altre persone: questa posizione è condivisa da tanti. In quanto alla quarantena, il protocollo italiano è molto rigido e severo, sicuramente sulla base di quanto è avvenuto, ma la maggior parte dei paesi sono passati da 14 a 10 giorni, e alcuni chiedono solo l’assenza di sintomi e non un tampone negativo.