Incidente sul lavoro, al Brennero morirono due ferrovieri: «Il mio capo mi disse di mentire sulla prova di sicurezza»
Nell’istruttoria dichiarò che la «prova dei freni» era stata fatta. «Mi costri9nsero a mentire, altrimenti sarei stato licenziato», in aula il testimone cambia versione dei fatti
BOLZANO. "Fui costretto a mentire": è quanto dichiarato da un testimone del processo relativo all'incidente ferroviario che il 25 aprile 2017, a nord di Bressanone, costò la vita a due operai. Un carro cantiere che stava lavorando sulla linea del Brennero era andato a sbattere contro un altro convoglio.
L'indagine aveva poi fatto emergere diverse irregolarità nella gestione dei lavori, ad iniziare dal mancato svolgimento della consueta prova dei freni prima della partenza del carro cantiere dalla stazione di Bressanone.
Nell'udienza di oggi il testimone, un ferroviere che quella sera era stato coinvolto nei lavori per fare la cosiddetta scorta delle ferrovie al carro cantiere della ditta privata, ha rivelato in aula: "Nei giorni successivi all'incidente uno dei miei superiori mi disse di dichiarare agli inquirenti che la prova freni era stata effettuata, anche se questa circostanza non era vera. Mi disse che, altrimenti, avrei rischiato il licenziamento". Il funzionario delle ferrovie chiamato in causa dal testimone è uno dei sette imputati.