Violenta una ragazza, ai domiciliari un 42enne
Si spacciava per un facoltoso imprenditore, in grado di poter garantire un lavoro a giovani straniere in cerca di occupazione in Italia. Ma una volta incontrata una di loro, poco meno di un mese fa a Lodi, un 42enne residente a Dro ha mostrato le sue vere intenzioni: dopo averla invitata a salire sulla sua auto l'ha brutalmente violentata. Ora, dopo settimane di delicate e complesse indagini, l'uomo - un tunisino da tempo stabilitosi in Trentino - è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile di Trento in collaborazione con i colleghi della città lombarda: bloccato prima che potesse colpire ancora, questa volta nella nostra provincia.
I fatti risalgono al 21 febbraio scorsi. Il nordafricano, N. H., aveva dato appuntamento alla vittima, una 26enne marocchina, nel primo pomeriggio. Dopo averla contattata su un portale di offerte di lavoro, avrebbe tentato di convincerla a recarsi in Trentino, ma vanamente. Ha così deciso di recarsi lui da lei, per proporle di fare da badante all'anziana madre malata. Si erano incontrati in stazione, a Lodi, poco prima delle 15. Si era dimostrato pieno di premure, a bordo di un elegante suv scuro. Insomma, tutto era stato studiato per non creare nella 26enne il minimo sospetto.
Con la scusa di recarsi in un posto più tranquilo per il «colloquio», i due si sono allontanati. Appena raggiunta un'area isolata, in un piazzale, il 42enne ha fatto scattare il blocco delle portiere, scagliandosi contro la giovane e stuprandola. Appagati i suoi istinti, torna sui suoi passi e abbandona la ragazza nei pressi della stazione. La 26enne ha tuttavia avuto il coraggio di non tacere, rivolgendosi subito alla polizia, con gli agenti che già in ospedale a Lodi avevano raccolto la sua testimonianza. Sono scattate così le indagini, che ben presto hanno portato in Trentino. Nelle scorse settimane l'auto del tunisino era stata perquisita e, tramite la verifica delle sue telefonate, era emerso come il 42enne stesse pensando - anche se si tratta soltanto di un'ipotesi - di colpire ancora. Aveva infatti preso appuntamento con due giovani ragazze, adescate con le stesse modalità della 26enne marocchina, nel Basso Sarca.
A quanto pare sembra che il «canovaccio» seguito dall'uomo fosse sempre lo stesso: puntava a giovani donne in cerca di lavoro e tutte nordafricane, sicuro - questa la tesi degli inquirenti - che la loro debolezza le avrebbe fatte rimanere con la bocca chiusa. Fortunatamente non è stato così. È stato bloccato dagli agenti coordinati dal vicequestore Salvatore Ascione assieme ai colleghi di Lodi ed ora, assistito dall'avvocato Andrea de Bertolini, si trova ai domiciliari grazie all'ordine di custodia cautelare emesso dal gip del tribunale di Lodi Isabella Ciriaco, in quanto non aveva altri precedenti penali.