Una «task force» per il lago «Rischio di non balneabilità»
L'assessore Dallapiccola: «La Provincia sta mettendo in campo una task force volta a prevenire la proliferazione dell'alga rossa e a limitare le manifestazioni in superficie della sua fioritura. Assieme all'assessore Gilmozzi faremo poi di tutto per scongiurare lo stato di "non balneabilità" delle acque del lago di Ledro»
«La Provincia sta mettendo in campo una task force volta a prevenire la proliferazione dell'alga rossa e a limitare le manifestazioni in superficie della sua fioritura. Assieme all'assessore Gilmozzi faremo poi di tutto per scongiurare lo stato di "non balneabilità" delle acque del lago di Ledro».
Ad affermarlo è stato l'assessore provinciale al turismo Michele Dallapiccola , presente assieme al sindaco Achille Brigà e all'assessore ledrense Bernardo Penner all'annuale assemblea dei soci del Consorzio per il turismo. Un incontro incentrato sull'illustrazione delle attività promosse nel 2014 e quelle programmate per il 2015, ma che dopo l'approvazione dei bilanci ha visto inevitabilmente vertere la discussione sul penoso stato in cui versa il lago in questi giorni, a stagione iniziata. A tenere tutti sulle spine è infatti l'anomala e tardiva fioritura della Planktothrix rubescens - la cyanophyta che da sola occupa quasi l'80% del biovolume algale presente nel lago di Ledro, tornata a fare brutta mostra di sé poco prima di Pasqua - e della diatomea Fragilaria crotonensis, entrambe responsabili dell'orribile color "mattone". Uno spettacolo desolante, che sta facendo discutere su più fronti e mettendo a rischio non solo l'immagine della principale attrattiva naturale di Ledro ma anche l'accesso allo stesso.
«Con il 1° maggio prenderà il via la stagione balneare 2015 - ha spiegato Dallapiccola - deliberata dalla giunta provinciale in dicembre sulla scorta del piano di controllo delle alghe presenti nei laghi trentini attuato dall'Azienda sanitaria nel corso del 2014, che per Ledro aveva restituito un stato delle acque giudicato "eccellente". Considerata la situazione attuale, cercheremo di scongiurare un'eventuale restrizione. Di altro, nell'immediato, c'è poco da fare, se non affidarsi al meteo e sperare che l'aumentata illuminazione solare e una più alta temperatura di aria e acqua - condizioni avverse alla Planktothrix - possano agevolare il ritorno in profondità dell'alga e favorire il miglioramento dell'aspetto del lago. Per quanto riguarda invece il medio-lungo termine, la Provincia metterà in campo una task force che si attiverà non solo per tentare di arginare il fenomeno ma anche di prevenirlo. Per farlo ci sarà però bisogno del coinvolgimento di tutti: si dovrà cambiare il modo di vivere il lago, l'ambiente, tenere comportamenti virtuosi ma soprattutto spingere verso un altro tipo di agricoltura, un più attento sfruttamento del territorio».
Grazie al monitoraggio delle acque e agli studi effettuati dall'Appa, dall'Università di Trento e dalla Fondazione Mach, è stato comprovato che siano le eccessive quantità di fosforo e azoto le cause primarie responsabili della presenza dell'alga rossa nel lago e, di conseguenza, che solo attraverso il contenimento delle attività correlate all'allevamento e un aumento forzato dei dosaggi chimici che favoriscono le fasi di lavorazione del depuratore di Pieve sia possibile ridurre l'apporto di nutrienti immessi nel lago e limitare la diffusione della Planktothrix rubescens. Tra le altre cause, i processi di naturale decomposizione del sottobosco - impossibili da frenare se non attraverso un ripristino vegetativo delle sponde - e lo sfruttamento del lago a scopo idroelettrico: nel 2018 scadrà il contratto di concessione stipulato con Hydro Energia e solo allora gli enti pubblici e la popolazione potranno intervenire.