Dissequestrato il terreno de La costa d'oro
Dissequestrato il terreno della cooperativa edilizia La costa d’oro a Gavazzo di Tenno. È stato il tribunale del riesame di Trento, in composizione collegiale, a ordinare ieri il dissequestro: la Costa d’oro era accusata di avere utilizzato i contributi provinciali non per costruire le case ma per l’acquisto del terreno e il Riesame, al quale il presidente della cooperativa Marco Prandi si era rivolto per mezzo degli avvocati Omar Bottaro e Roberta Brigato, ha stabilito che la cooperativa non avrebbe sbagliato perché non avrebbe disposto nulla di diverso da quanto previsto: perché i soldi sarebbero comunque stati usati per la finalità di costruzione dell’area e quindi per lo scopo per cui il contributo provinciale era stato richiesto e non intascati o utilizzati per altro motivo.
Il procedimento penale continua ma la soddisfazione degli avvocati, che riflettono anche quella della cooperativa, è palpabile, perché si tratta di un riscontro molto importante in relazione alla condotta della cooperativa stessa, che, secondo il tribunale del Riesame, non sarebbe di fatto penalmente rilevante.
A porre i sigilli all’area edificabile di 4.607 metri quadrati, lo scorso 28 aprile, era stata la guardia di finanza di Riva del Garda, nell’ambito delle indagini coordinate dal procuratore Fabrizio De Angelis. Secondo le indicazioni del piano regolatore generale del comune di Tenno dovrebbe portare alla realizzazione di poco più di una ventina di appartamenti nuovi, prime case.
Il reato per il quale risulta indagato il legale rappresentante della cooperativa è malversazione ai danni dello Stato mentre per la cooperativa è ipotizzato l’illecito amministrativo ai sensi dell’articolo 24 del decreto legislativo 231 del 2001 (articolo 24: indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode informatica in danno dello Stato o di un ente pubblico).
Secondo le indagini, avviate nel 2013, la cooperativa avrebbe utilizzato in modo diverso dal consentito il contributo provinciale di 3,9 milioni di euro destinati alla costruzione dei 26 alloggi. In particolare un milione e 755 mila euro, la prima parte del finanziamento riscossa in un primo momento, sarebbe stato usato per finalità diverse da quelle indicate dalla Provincia, e nello specifico per l’acquisto del terreno e non per la costruzione. Ieri però il tribunale del Riesame ha dato ragione alla cooperativa. Il valore dell’area postaè di 3,18 milioni di euro.