Lago di Ledro, torna l'alga rossa
Puntuale con l’arrivo del freddo, la Planktothrix rubescens è tornata in queste settimane a tingere la superficie del lago con la sua tipica colorazione rossastra. Seguendo l’andamento delle temperature e delle condizioni atmosferiche ad essa congegnali, l’alga è riapparsa in diversi punti e a più riprese, soprattutto lungo la costa tra la presa di Mezzolago e la conca di Besta dove, sospinta dalle correnti e dal vento, si è ammassata nelle insenature rendendo poco attraente l’aspetto del lago. Come prevedibile, il ritorno dell’alga rossa non è passato inosservato, facendo ancora una volta indignare la popolazione, ma non ha allarmato l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, che già da alcuni anni si occupa dell’attività di controllo delle acque.
«Il nostro calendario di monitoraggio prevede sei prelievi annuali, distribuiti tra febbraio e novembre, che ci consentono di raccogliere informazioni sul lago nel suo periodo vegetativo - scrivono dall’Appa - quello del 20 novembre scorso è stato il campionamento conclusivo del 2017 e la presenza algale, nella colonna d’acqua da 0 a 20 metri, ha riportato una concentrazione d Planktothrix rubescens pari a 1526 mm³ per metro cubo (nel 2013 era stata di 1968 mm³/m³, nel 2014 di 1669 mm³, nel 2015 di 2780 mm³, nel 2016 di 1352 mm³)». Dal prelievo di due mesi fa, era tuttavia emerso che il biovolume algale complessivo era pari a 1715 mm³ al metro cubo, «...raddoppiato rispetto al mese di settembre, ma pressoché invariato per quanto riguarda la sua composizione - si legge nel rapporto - con Planktothrix rubescens , del gruppo delle Cyanophyta, che ne occupa l’89%. Nella stagione autunnale ed invernale, a causa del raffreddamento delle acque superficiali, quest’alga ritorna verso la superficie e si distribuisce, senza accumuli, in tutta la zona sufficientemente illuminata. La seconda alga in termini di biovolume registrata è stata invece Gymnodinium helveticum, della classe delle Dinophyceae (93,8 mm³/m³); ben rappresentata anche la classe delle Cryptophyceae (60,8 mm³)».
Infine, un accenno all’ultimo controllo. «Dal sopralluogo effettuato invece nella mattinata del 16 gennaio - concludono dall’Appa - il lago non presentava alcun segno di fioritura algale in essere, né un accumulo di Planktothrix lungo le rive. Solo nella zona di Pieve, era ben visibile un cordone di detrito vegetale, probabilmente lì condotto per opera del vento».
(Nella foto uno scorcio del lago di Ledro come si presentava nei giorni scorsi. L’immagine è stata postata sui social da Graziano Venturini. L’Appa però non l’ha individuata nel più recente sopralluogo fatto attorno al lago di Ledro dai suoi tecnici proprio in questi giorni. Le ultime analisi risalgono a novembre, le prossime dovrebbero essere effettuate a febbraio. Il problema, comunque, non sembra risolto)