Referendum Dro-Drena, si pensa a un rinvio
Conclusa la lunga parentesi per le elezioni politiche torna a riunirsi il consiglio comunale di Dro, ma l’esito del voto potrebbe aprire nuovi scenari anche in merito al processo di fusione con il vicino comune di Drena, e sulla data del futuro e necessario referendum confermativo.
A distanza di oltre tre mesi torna a riunirsi lunedì prossimo alle 18.30 presso il centro culturale di via Battisti l’assemblea comunale di Dro (l’ultima seduta si era tenuta lo scorso 2 dicembre), aperto dall’esame di interrogazioni e mozioni presentate dal gruppo del «Movimento Cinque Stelle» (ora prima forza politica a Dro con il 34,33% dei consensi al Senato ed il 34,66% alla Camera).
L’assemblea comunale guidata dal sindaco Vittorio Fravezzi, tornato ora a svolgere la sua carica a tempo pieno conclusa l’esperienza a Palazzo Madama, dovrà dare una risposta all’interrogazione sull’incidente avvenuto a metà novembre nel cantiere delle scuole Elementari di Dro (era caduto un tubo dalmine sfiorando alcuni alunni), sulla conclusione e servizi igienici dello stand di piazza Mercato a Pietramurata e sul senso unico e possibile Ztl in via Roma Dro.
Una seduta dedicata anche al rinnovo della gestione del servizio di asilo nido comunale (sino al 2021 e possibile proroga di due anni) e della convenzione con Drena per l’estensione del servizio nido anche alle famiglie drenesi. Attesa per l’approvazione del regolamento del consiglio comunale, il rinnovo della convezione con Farmacie Comunali Spa e alcune modifiche alla pianta organica.
Entro marzo il consiglio comunale droato, in una seduta ad hoc, sarà chiamato ad approvare il bilancio di previsione 2018-20 e pluriennale (con relativi allegati), mentre rischia di slittare a fine anno la data del referendum sulla fusione dei comuni di Dro e Drena. Un argomento che aveva infiammato il dibattito politico nei mesi di agosto e settembre (con una serie di incontri proposti da giunta e capigruppo di maggioranza), portando ad inizio dicembre all’approvazione delle linee guida e elementi costitutivi del nuovo comune “ValleSarca” (contrari i gruppi di minoranza).
Questa sembra essere anche la richiesta contenuta in una nota formale inviata dai sindaci di Dro e Drena Vittorio Fravezzi e Tarcisio Michelotti agli organi regionali e provinciali, e motivata dall’evitare sovrapposizioni e distrazioni tra elezioni politiche nazionali e provinciali ed un referendum dall’esito e significato «locale». Un referendum che impegnerebbe oltremodo di uffici amministrativi comunali (alle prese con l’organizzazione delle consultazioni obbligatorie nazionali e provinciali), e che distoglierebbe l’attenzione di elettorato e di forze politiche locali sul quesito referendario. Sin qui intenti e dichiarazioni ufficiali, mentre il dibattito in consiglio comunale potrebbe chiarire quale sarà il reale futuro del referendum e dell’iter di fusione tra Dro e Drena in un contesto politico cambiato almeno a livello nazionale (la coalizione di centro sinistra autonomista che dal 2010 regge il comune di Dro nelle recenti politiche è al 29,2%).