Drena, il castello starà chiuso per mesi
«Un primo intervento per tutelare la parte lesa del castello di Drena, un lavoro da fare quanto prima, che potrà avere un costo di 600/700 mila euro e una verifica statica di tutta la struttura. Poi un secondo intervento di restauro complessivo». Questo in linea di principio il calendario che ha in testa Tiziano Mellarini (Upt), assessore alla cultura della provincia di Trento, dopo un confronto con tutti gli attori in campo. La stagione estiva di una fortezza simbolo di Drena e dell'Alto Garda, è, dunque, compromessa.
Mellarini stamattina ha incontrato il sindaco di Drena, Tarcisio Michelotti (Pd) con lo staff tecnico del Comune, i vertici della Protezione civile e la Soprintendenza dei Beni culturali. E stasera alle 18, il sindaco relazionerà in un consiglio comunale straordinario sulla situazione del castello e sulle misure ipotizzate per ripristinare il compendio dopo il crollo di buona parte della cinta muraria occidentale, cedimento avvenuto giovedì tra le 2 e le 3.
Nella giornata di ieri, intanto, mentre le squadre dei vigili del fuoco erano ancora al lavoro per le opere di puntellatura, si erano già parlati Tiziano Mellarini (Upt), assessore provinciale alla cultura, e Franco Marzatico, soprintendente dei Beni culturali della provincia di Trento per valutare il migliore percorso da seguire. «Ci vorranno parecchi mesi - ha riferito ieri Marzatico - prima di poterlo rendere nuovamente fruibile, perché occorre verificare la situazione di quanto è rimasto in piedi la cui fragilità statica appare evidente. Si dovrà scegliere la via più ragionevole per ricucire in fretta quella ferita senza minimizzare e senza fare allarmismi. Va considerato, peraltro, che è difficile intervenire sul posto, perché il maniero non è molto accessibile ai mezzi, né si può usare l'elicottero per il rischio di creare scompensi».
Le cause del crollo vanno fatte risalire «a una sacca d'acqua - ha spiegato Marzatico - che ha agito su una struttura che è eterogenea». Quanto ai controlli statici: «Non saremo noi ad assegnare la consulenza per verificare la situazione del castello, ma il Comune di Drena, cui noi come Soprintendenza daremo tutta la consulenza e l'appoggio possibili».
La breccia che si è aperta nella notte tra giovedì e venerdì, ha lasciato in piedi, due spezzoni sui lati della parete occidentale della fortezza. Una quindicina di persone tra i volontari dei vigili del fuoco di Drena e Dro e del corpo permanente di Trento tra sabato e domenica hanno realizzato un'intelaiatura e assicurato dei tiranti all'ala sud della parete ovest, ieri e oggi hanno operato su quella settentrionale.