Pieve di Ledro, Anna "Mode" chiude, fine di un'epoca gloriosa
Un capitolo della storia che ha caratterizzato l’economia ledrense sta per terminare.
Sabato le serrande di «Anna Mode», il negozio di abbigliamento di Pieve che per 41 anni ha rappresentato l’unica realtà di questo tipo in valle, si abbassanno per l’ultima volta, mettendo così la parola fine a una attività che in quattro decenni ha fatto tendenza e assistito alla metamorfosi del commercio e del turismo locale.
Di cose viste, vissute in prima persona, e di aneddoti, Anna Pellegrini ne avrebbe parecchie da raccontare, considerato che il suo negozio, situato da sempre in pieno centro storico a Pieve, per molti turisti e convalligiani ha significato innanzitutto un punto di riferimento, per gli acquisti così come per la socialità tipica dei piccoli esercizi di paese.
«Ho deciso di chiudere perché dopo 41 anni bisogna prendere delle decisioni, darsi degli obiettivi nuovi, scegliere come vivere il proprio tempo» - spiega Anna, anticipando già che la sua non sarà una vera e propria uscita di scena ma un passaggio a “La bottega dell’artigiano”, l’altra storica attività di famiglia, a fianco del marito Daniele e della figlia Francesca. Non un addio al mondo del commercio ledrense dunque, bensì una presa di coscienza del fatto che per ogni cosa c’è un tempo, lavoro compreso. E che dopo 41 anni di ininterrotto servizio ci si può serenamente permettere di voltare il cartello sul «chiuso», senza rimpianti.
Come iniziò quest’avventura? «All’attività originaria dei nonni, quando dopo la Prima guerra mondiale aprirono un negozio di alimentari e generi misti, subentrò dapprima mia zia e poi mia madre, fino al 1976 - ricorda Anna Pellegrini. - A me piaceva però solo il settore dell’abbigliamento e nell’autunno del 1977, dopo aver restituito le licenze che non mi servivano, aprii un negozio di moda uomo/donna» - che con l’aiuto di papà Arturo riuscì a ricavare da un vecchio «bait».
«Non fu un periodo facile ma grazie all’aiuto di alcuni professionisti del Basso Trentino imparai a orientarmi, tra acquisti, fornitori, campionari, marche. Da quel momento iniziò anche il mio “pellegrinaggio” settimanale a Bologna e nei maggiori poli manifatturieri della moda italiana, alla ricerca di capi da inserire nelle collezioni. Una moda che purtroppo è andata trasformandosi, soprattutto negli ultimi vent’anni, a discapito di qualità ed eleganza».
Cos’altro è cambiato da allora? «Il turismo ledrense innanzitutto» - racconta ancora Anna Pellegrini, che nel periodo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta ha maturato esperienze pure in politica, militando tra le file della maggioranza consiliare di Pieve per due mandati e vivendo in prima persona le trasformazioni più importanti. «Fino a quel momento il popolo dei vacanzieri era costituito da un’élite che in valle aveva la seconda casa e da una classe media che quando veniva in ferie rimaneva un mese intero. Poi tutto è cambiato e oggi, in particolar modo, dobbiamo fare i conti con un turismo mordi-e-fuggi, con un’offerta ampia e diversificata: non so se l’attuale classe politica abbia capito appieno l’importanza che questo comparto riveste per l’economia della valle...». Un’affermazione forte, che Anna Pellegrini fa prendendo spunto dal fatto che una buona fetta dei suoi clienti sono sempre stati proprio i turisti. «In valle di Ledro ognuno pensa al suo orticello: se vogliamo tornare a distinguerci dobbiamo cambiare modo di ragionare, a cominciare da noi operatori, non più capaci di fare squadra e lavorare uniti per un obiettivo comune. È una catena: se il settore funziona bene ne beneficiano sì gli albergatori ma anche tutti gli operatori che lavorano grazie all’indotto, sia che si tratti di commercianti, artigiani o ristoratori, che a loro volta generano economia e occupazione». Un po’ come accadeva negli anni del boom. «Io stessa ho avuto molte ragazze, che durante i periodi estivi mi hanno dato una mano in negozio. Le vorrei ringraziare una ad una - conclude - così come tutte quelle persone che mi sono state vicine e che ho conosciuto in questi 41 anni: è da loro che ho tratto stimolo per continuare su questo percorso».