Dal 1973 camion e autista giacciono sul fondale del Garda

di Davide Pivetti

È una vicenda della quale, ormai a 45 anni di distanza, in pochi hanno conservato memoria. Eppure nella primavera del 1973 fece giustamente scalpore l’incidente sulla Gardesana Orientale nel quale persero la vita tre persone.
A ricordare quella tragedia è il torbolano Aldo Tavernini, con un passato da esperto istrutture di nuoto e di attività subacquee, perché fu tra quanti ne vissero più da vicino i momenti salienti. Il 26 maggio 1973, nel breve tratto di Gardesana tra la galleria «Salto della Capra» e la galleria di «Corno di Bò» avvenne un incidente dalla dinamica inusuale. «Provocato da una serie di fatalità» ricorda Tavernini, che ne ha scritto giorni fa per lanciare un appello di cui ora diremo.


Quella sera, attorno alle 23, un camion diretto da Malcesine verso Torbole, nell’affrontare una semicurva, si trovò di fronte un’auto parcheggiata a lato strada perché rimasta senza carburante. Il conducente non aveva potuto far altro e si era incamminato verso Torbole per trovare un po’ di benzina. Purtroppo il camion, dell’«Arcese» e carico di concime, non riuscì ad evitare l’ostacolo improvviso e tentò di superarlo. Fatalità volle che proprio in quel momento, nonostante l’ora ormai tarda e il traffico modesto, in direzione opposta sopraggiunse un’altra vettura, con un schianto ormai impossibile da evitare. Il guidatore della seconda auto morì nello scontro, mentre il camion, sbandando, finì per travolgere il muretto della Gardesana e per inabissarsi nel lago sottostante, in quel punto profondo fino a 250 metri. Anche i due camionisti a bordo persero la vita, ma se il corpo di uno dei due fu ritrovato nei giorni successivi a circa 40 metri di profondità, dell’altro, rimasto probabilmente incastrato nell’abitacolo, non si ebbe più notizia. Già allora fu possibile indagare la scogliera sommersa con l’ausilio di una telecamera subacque arrivata appositamente da Genova. Ma il “robot” di allora - eravamo negli anni Settanta - si dovette fermare a 190 metri di profondità. Probabilmente il camion ha concluso la sua discesa adagiandosi sul fondale 60 metri più in basso, restando fuori dal raggio d’azione della telecamera di allora.


Da allora nulla si è più tentato per ridare giusta sepoltura al camionista. Ed ecco l’appello di Aldo Tavernini: «Nei giorni scorsi ho visto la presenza a Torbole dei “Volontari del Garda”, impegnati nelle ricerche del relitto dell’anfibio americano affondato nell’aprile del 1945 a 276 metri di profondità. Li ho messi a conoscenza del fatto e del luogo in cui è avvenuto». L’invito è quindi a tentare una campagna di ricerche subacque anche sul sito dove è affondato il camion. Con i mezzi oggi a disposizione dovrebbe essere possibile ritrovare quel camion dopo 45 anni e forse anche i poveri resti del suo autista.

comments powered by Disqus