Terremoto sulle Alpi orientali, spavento ma nessun danno
La terra continua a tremare, in questi giorni, nell'area orientale dell'arco alpino italiano, nelle province di Belluno e di Udine.
Questa notte una scossa di terremoto di magnitudo 4.1 è stata registrata all'1.45 sulle alpi Giulie (Udine): secondo i rilevamenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 6,2 km di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni di Amaro, Moggio Udinese, Resiutta e Venzone.
La Protezione civile conferma che, dalle verifiche effettuat, non risultano danni a persone o cose.
La scossa ha interessato la stessa area del disastroso sisma del 1976, provocando apprensione tra la popolazione. La sala operativa della Protezione civile ha ricevuto decine di chiamate di cittadini allarmati che hanno avvertito la scossa a Tolmezzo, Forgaria nel Friuli, Tarcento, Amaro, Gemona e Lauro. Su Twitter fra gli hashtag schizzati in testa agli argomenti più "cinguettati" in Italia c'è #terremoto, ma compare anche la parola "Udine". Tanti gli utenti che sul microblog hanno segnalato la scossa o cercato informazioni su eventuali danni.
Pochi giorni fa si erano registrate due scosse di lieve entità anche nel Bellunese, con epicentro a ridosso delle cime settentrionali della Valbelluna, nel territorio comunale di Sedico. La prima scossa, lunedì alle 15.23, era di magnitudo 3.0 ed è stata avvertita in tutta la parte occidentale della provincia, compresi alcuni comuni trentini in Primiero.
Nell'area più prossima all'epicentro, individuato nella zona delle frazioni di Mas, Bolago e Libano, molte persone si sono precipitate fuori dagli edifici: la profondità relativamente bassa dell'epicentro (meno di tre chilometri) ha infatti prodotto una scossa particolarmente marcata in superficie. In alcune scuole si è proceduto all'evacuazione precauzionale, ma poi le lezioni sono riprese (anche alle elementari di Bolzano Bellunese, dove destavano preoccupazione crepe sui muri, risultate però pre-esistenti e prive di effetti dal punto di vista strutturale).
Poco più di 48 ore più tardi il fenomeno si è ripetuto,mercoledì alle 18.09: il terremoto, con medesimo epicentro, è stato di magnitudo inferiore (2.4) ma anche in questo caso l'effetto della scossa si è avvertito in gran parte della Valbelluna (dal Feltrino fino a Longarone, passando per Belluno) e nei territori limitrofi.
Al terremoto potrebbero essere imputabili i gravi disagi per l'approvvigionamento idrico che si sono registrati poche ore dopo in buona parte della Valbelluna, in Destra e Sinistra Piave, in seguito al cedimento di una tubazione dell'acquedotto in un punto vicino all'epicentro, seguita da un altro paio di episodi simili in altre zone. Per alcune ore una parte delle utenze dei comuni di Belluno, Sedico, Mel, Limana, Trichiana e Lentiai sono rimaste all'asciutto.