Gli albergatori del Sella perdono il ricorso al Tar contro «Dolomitesvives»
Respinto perché infondato. Confermando l’orientamento espresso lo scorso anno, il Tar di Trento ha dato torto ai sette operatori turistici (albergatori ed esercenti di bar o negozi) e al Comitato che ne rappresenta 79, che avevano presentato ricorso per ottenere l’annullamento dell’ordinanza con cui la Provincia aveva istituito le limitazioni al traffico sulla strada che sale a Passo Sella, dal 23 luglio al 31 agosto.
L’Hotel Savoia, la società Erre-Erre di Giacomozzi Silvia & co. sas, il Rifugio Carlo Valentini, il Mountain Hotel Lupo Bianco Wellness & Walking di Talmon Bruna & co. sas, il Pordoi Souvenirs & co. sas, Costa Amalia & co. snc, l’Hotel Maria Flora & co. sas e il Comitato per la salvaguardia dei passi dolomitici (rappresentati e difesi dagli avvocati Claudio Guccione, Maria Ferrante e Maria Rita Silvestri) contestavano l’ordinanza in quanto più restrittiva di quella adottata nell’estate 2017 (i mercoledì «green») e, quindi, ancor più lesiva dei loro interessi di titolari di strutture ricettizie e di ristorazione o comunque di imprese legate al turismo.
«La morfologia dei luoghi, notoriamente montuosi - questa la motivazione principale alla base del ricorso -, rende infatti difficoltoso il commercio nella zona del passo Sella e le imprese del settore riescono ad essere presenti sul mercato solo grazie ai maggiori introiti del periodo estivo, che compensano le minori entrate del periodo invernale. In tale contesto l’immotivata limitazione del transito dei veicoli a motore sul passo Sella, che collega Ortisei (val Gardena) e Canazei (val di Fassa), pregiudica gravemente gli operatori economici della zona e, più in generale, tutta la filiera del turismo. Né le dichiarate finalità perseguite dall’amministrazione (ossia “l’interesse pubblico alla salvaguardia dei beni paesaggistici e ambientali”) possono considerarsi prevalenti rispetto alla garanzia della libera iniziativa economica privata, avente anch’essa rilevanza costituzionale. Del resto, l’irragionevolezza della misura adottata emerge da un risalente atto del commissariato del governo per la Provincia di Trento, che già nel 2006 espresse parere negativo sulla chiusura del passo Sella in ragione dell’assenza di percorsi alternativi».
I ricorrenti hanno portato le cifre, a sostegno della loro tesi: nel periodo delle limitazioni, i guadagni del rifugio Valentini sono calati di 300 euro al giorno (da 2.400 a 2.100 di media), quelli dell’hotel Savoia di addirittura 15mila euro nel periodo dal 23 al 31 luglio (rispetto all’anno precedente, quando erano stati 40mila euro) e 22mila euro in agosto (da 165mila a 143mila). E, sotto il profilo del diritto, hanno contestato l’irragionevolezza e arbitarietà del provvedimento provinciale anche rispetto agli obiettivi perseguiti, ossia la limitazione del traffico e la tutela del bene Dolomiti Unesco in cui non rientra strettamente il passo Sella, la mancanza di sufficienti alternative (mezzi pubblici e funivie), eccetera.
I giudici però hanno rispolverato la sentenza precedente, resa nel 2018 respingendo il ricorso relativo ai mercoledì «green», confermando che le Province autonome di Trento e Bolzano hanno la competenza per limitare il traffico a tutela del paesaggio e che l’iter da loro seguito è stato ben motivato e non è censurabile. Così, sono state accolte le ragioni della Provincia anche in merito al fatto che la misura 2018 ha avuto un impatto più leggero rispetto a quella del 2017, ed è stato ricordato che le misure per la limitazione del traffico veicolare «possono essere adottate per limitare l’interferenza e gli effetti del traffico veicolare su beni o località di particolare valenza dal punto di vista paesaggistico o naturalistico, ivi compresi i siti inseriti nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco».
Alla fine, i ricorrenti sono stati anche condannati a pagare le spese della lite, quantificate in 4.000 euro.