Piccole Dolomiti, 11 ore di lavoro dei soccorritori per salvare tre alpinisti bloccati
All'indomani della tragedia in cui sabato ha perso la vita il giovane roveretano Lorenzo Gatti, il monte Cornetto, sulle Piccole Dolomiti, è stato teatro di un incidente che ha coinvolto tre alpinisti.
I tre erano rimasti bloccati in un canalone, su terreno instabili e a rischio valanghe e scariche di sassi, a causa delle elevate temperature.
Quasi venti esperti del soccorso alpino di Schio sono stati impegnati molte ore per recuperarli e portarli in salvo.
«Si è concluso poco prima delle 22 un difficile intervento, che ha coinvolto in totale 18 tecnici del Soccorso alpino di Schio impegnati da questa mattina sul Monte Cornetto, nel recupero di tre alpinisti bloccati in un canale infossatovtra guglie e creste.
Scattato l'allarme verso le 11.20, dalle informazioni ricevute e dalle coordinate Gps della posizione, i soccorritori hanno capito che i tre - un quarantanovenne di Gazzo (Padova) e due trentatreeenni, uomo e donna, entrambi di Torrebelvicino (Vicenza) - si dovevano trovare nella stessa zona dove sabato è avvenuto l'incidente in cui ha perso la vita il ventinivenne di Rovereto. Saliti dal Vaio Trenche e arrivati a Forcella dell'Emmele, i tre avevano poi cercato di scendere per uno dei canali sottistanti, finendo però incrodati, incapaci di muoversi.
Una squadra di 5 tecnici ha iniziato a risalire il versante, attraversato da numerosi canalini, senza riuscire a individuare in quale si trovassero, anche a causa della presenza di nebbia. I soccorritori si sono portati in alto, scalando su misto in un ambiente impegnativo, anche per le continue scariche di neve e sassi, causate dalle alte temperature. È stato quindi richiesto il supporto di un'altra squadra, che si è mossa nella parte sinistra del canale, finché entrambe non sono arrivate a una parte inaccessibile della parete. Altri soccorritori sono quindi partiti, dividendosi per percorrere i diversi canalini rimasti da perlustrare.
Ed è stato così che, in due, sono riusciti a individuare e raggiungere gli alpinisti. Una volta capito il percorso, gli altri sono stati fatti convergere in quella direzione e durante la salita hanno attrezzato già le diverse soste per le sei calate da sessanta metri che avrebbero affrontato in discesa. Assicurati, gli alpinisti sono stati portati in fondo allo stretto e ripido canalino, dove hanno trovato l'ultima squadra che aveva predisposto il tratto finale della discesa per arrivare alla Strada del Re e alle macchine».