Un anno fa la tragedia, Fugatti: "Precauzioni necessarie, ma le montagne non possono essere chiuse"
A Canazei nuovo momento di riflessione dopo il drammatico crollo che il 3 luglio 2023 causò la morte di 11 persone sul ghiacciaio, in una giornata particolarmente calda. Reinhold Messner: "La montagna ci emoziona ma contiene pericoli e va vissuta con la massima prudenza"
GHIACCIAIO Un anno dopo la tragedia. Monitoraggi sperimentali
PERSONE Il dolore di Luca Toldo e il sacrificio dimenticato
STAGIONE Estate sulla Marmolada: niente zona rossa
TRENTO. "La montagna è là e ci offre la possibilità di emozionarci. Contiene però per sua natura dei pericoli: si tratta di ambienti che non possono essere esenti da rischi. E allora noi non possiamo che accettarlo, ma per questo siamo chiamati a frequentare le vette con questa consapevolezza e usando la massima prudenza".
Così Reinhold Messner, l'alpinista re degli ottomila intervenuto ieri sera a Canazei nell'ambito della serata "Marmolada, il futuro della montagna al tempo del cambiamento climatico", che ha aperto la tre giorni di iniziative a ricordo della tragedia del 3 luglio di anno fa, quando il crollo di 63.300 metri cubi di ghiaccio travolse diverse cordate di alpinisti ad una velocità di 50-80 metri al secondo strappando la vita ad 11 persone.
"Il ricordo è un dovere nei confronti di una comunità che è stata colpita al cuore", ha osservato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti che nel corso del suo intervento ha ricordato il grande lavoro compiuto dal sistema della Protezione civile del Trentino con il supporto delle realtà altoatesine e venete per mettere in salvo i feriti e recuperare chi ha perso la vita: "Si tratta di 127 operatori che intervennero sul ghiacciaio nel giorno dell'evento, con il supporto di altre 96 unità di supporto. Mette i brividi pensare che queste persone hanno rischiato la vita, mettendo al primo posto chi era stato coinvolto nell'emergenza.
Oggi la Provincia è impegnata nei monitoraggi con sistemi avanzati per indagare la presenza di acqua liquida nel ghiacciaio, ma la montagna deve continuare ad essere vissuta. Le precauzioni sono necessarie, ma diciamo no alle ideologie: le precauzioni sono necessarie, ma allo stesso tempo le montagne non possono essere chiuse".
Il sindaco di Canazei Giovanni Bernard ha spiegato che "ad un anno dal 3 luglio, la Marmolada appare imbiancata ma il processo di scioglimento è lo stesso. Attraverso i rilevi con strumentazione ad hoc, la Protezione civile sta monitorando la montagna e sulla base dei dati spetterà a noi assumere i necessari provvedimenti. Diciamo no alle chiusure, ma intendiamo verificare se ci siano le condizioni per prevenire, pur sapendo che non è possibile mettere in sicurezza tutta la montagna".