Consigliera regionale bellunese rivela in lacrime: "Ho subito anch'io violenza"
Durante una seduta dell'assemblea veneziana sull'istituzione dell'Osservatorio regionale sulla violenza di genere, la rappresentante agordina della Lega, Silvia Cestaro, ha rivelato il proprio vissuto drammatico" Ero una ragazza, so cosa vuol dire... Lo so perché ti arriva inaspettata, ti arriva da chi non ti aspetti, da chi ti sta vicino"
VENEZIA - "È difficile dirlo, io questa cosa l'ho vissuta di persona quando ero ragazza. So cosa vuol dire la violenza". Lo ha rivelato ieri, in lacrime, al consiglio regionale del Veneto, la eletta bellunese Silvia Cestaro, esponente della Lega, intervenendo nel dibattito che ha portato all'approvazione della legge che istituisce l'Osservatorio regionale sulla violenza di genere.
"Ho pensato molto - ha detto Cestaro, 51 anni, di Selva di Cadore, in alto Agordino - prima di fare questo intervento, perché volevo riportare sul piano pratico la cosa. È difficile dirlo, io l'ho vissuto di persona quando ero una ragazza, so cosa vuol dire la violenza. Lo so perché ti arriva inaspettata, ti arriva da chi non ti aspetti, da chi ti sta vicino, ti arriva dalle persone che dovrebbero difenderti, non in casa, ovviamente, fuori casa. L'ho vissuta purtroppo negli anni, con tante amiche e tante persone che hanno subìto la violenza".
Avvicinata al termine del dibattito, Cestaro ha ricevuto la solidarietà delle colleghe e dei colleghi.
Unico momento di tensione in aula, durante il dibattito che ha visto il provvedimento approvato all'unanimità, è stato quando ha preso la parola il consigliere Stefano Valdegamberi, del gruppo Misto, che ha sostenuto che l'osservatorio "puzza di ideologia". Alle sue parole Cestaro si è alzata ed è uscita dall'aula, seguita da altre colleghe, definendo l'intervento "inascoltabile".
"Sono passati tanti anni, ho fatto uno sforzo enorme ma lo scopo era quello di sensibilizzare e spingere tante donne che stanno patendo in scenari tutti differenti l'uno dall'altro", ha detto oggi all'Ansa Silvia Cestaro.
"Tutti i colleghi e le colleghe - ha aggiunto - hanno una grande grande sensibilità, si sono avvicinati, qualcuno mi ha parlato di esperienze vissute, alcuni di situazioni viste come sindaci. È un male che ammorba la società, e di questo si parla poco".
Riguardo alle recenti affermazioni Del ministro dell'istruzione Valditara (Lega) che collegano violenza e immigrazione iregolare, per Cestaro "riportare tutto a un minimo comun denominatore rischia di svilire una piaga sociale. Il mio intervento ha voluto proprio riportare alla realtà dopo tante parole, e far capire che può succedere a chiunque, in qualunque contesto. Alla fine quel che conta è dare forza a chi non riesce a parlare, a far emergere il sommerso. Il provvedimento è passato all'unanimità, e questo vuol dire che tutti ci credono. Al di là degli stereotipi cerchiamo di mettere a terra azioni importanti, e dare risposte alla società civile è importantissimo", ha concluso.
Intervistata oggi dal quotidiano bellunese Corriere delle Alpi, Cestaro sulle parole di Valditara ha precisato: «Serve toccare con mano per capire quanto grave sia la situazione. Il fenomeno è molto più grande di quello che si pensa. Quasi tutti hanno una familiare, un’amica, una conoscente che ha vissuto questi drammi. Si pensa sempre che la violenza possa arrivare da un uomo così, uno straniero che vive sulla strada, ma è uno stereotipo. Lo straniero è il primo che finisce sui giornali, ma quanti altri casi di italiani rimangono sommersi?».
E riferendosi aslla propria drammatica esperienza di abuisi subiti, ha rivelato: «Avevo 15 anni e, appunto, non era uno straniero. Non faceva parte della mia cerchia familiare. Posso dire, genericamente, che abitava in paese e frequentava casa mia. Quindi non nascondiamoci dietro un dito: la violenza c’è, è tra noi ed è la più sommersa, la meno conosciuta».