Malato in palestra, bidello condannato
Sulla carta era malato, in realtà si allenava in palestra. E non erano allenamenti di poco conto: sollevamento pesi. Ma l'abitudine non era passata inosservata, e alla fine è arrivata la sentenza. Un bidello della val di Fassa è stato condannato a otto mesi per truffa. Gli inquirenti, a seguito delle segnalazioni, lo avevano pizzicato due volte ad allenarsi, quando invece risultava a casa dal lavoro per infortunio
Il sollevamento pesi durante il periodo di malattia gli è valso una condanna per truffa. Protagonista una bidello della val di Fassa, appassionato di body building e, in particolare, di powerlifting (il sollevamento pesi) che, in due occasioni, si sarebbe allenato in palestra (ma ci sarebbe anche la partecipazione a una gara), nonostante risultasse infortunato.
Michele Degiampietro ieri mattina è stato dunque condannato in rito abbreviato dal giudice Carlo Ancona a otto mesi (pena sospesa). Il magistrato ha inoltre confiscato il deposito che, durante le indagini preliminari, era stato sottoposto a sequestro preventivo per equivalente, per un valore di 3.900 euro, pari al danno causato alla Provincia (ovvero la retribuzione ricevuta nei periodi di malattia).
L'indagine, coordinata dal pm Maria Colpani e affidata agli uomini della sezione di pg della Guardia di finanza di Trento, aveva preso le mosse da alcune lettere anonime. Missive nelle quali, in sostanza, si segnalava che durante i periodi di malattia l'uomo si allenava in palestra.
Gli inquirenti hanno dunque avviato gli accertamenti, all'esito dei quali hanno contestato al bidello due episodi. Il primo risale al 2009. Secondo l'accusa, in quella circostanza l'uomo era in malattia a seguito di un infortunio avvenuto proprio a scuola. Il 40enne si era fatto male sollevando due cassettine, del peso di circa 5 chilogrammi, che si era offerto di spostare per aiutare gli insegnanti. La seconda contestazione si riferisce invece all'aprile 2011: in quel caso l'uomo si sarebbe infortunato pulendo i vetri.
Entrambi i periodi di malattia sono stati corredati da un regolare certificato medico. Ma per gli inquirenti, proprio la tipologia degli incidenti di cui si è reso protagonista, sarebbe stata incompatibile con una persona dotata delle sue capacità fisiche.
In ogni caso, il dolore causato gli infortuni, non sarebbe stato tale da impedirgli di allenarsi con costanza in palestra - addirittura un paio di volte al giorno, secondo gli inquirenti - per conservare il tono muscolare. In una circostanza, sempre secondo l'accusa, il bidello avrebbe addirittura partecipato ad una gara di sollevamento pesi a Milano, anche se risultava in malattia.
All'esito degli accertamenti, dunque, la procura gli ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini. È quindi scattata la richiesta di rinvio a giudizio: evidentemente, le giustificazioni offerte dal quarantenne, non hanno convinto l'accusa. Ieri mattina, quindi, il processo, che si è concluso con una condanna. Ora l'uomo potrà presentare appello.