Ghiacciai delle Dolomiti, la neve li fa tornare in salute

I ghiacciai delle Dolomiti si scoprono a sorpresa in buona "salute". Merito delle nevicate eccezionali degli ultimi due inverni, grazie alle quali il bilancio glaciologico (tra neve caduta e neve fusa) è estremamente positivo a fine estate 2014, e solo in apparenza in contrasto con quella che sembra essere la tendenza dell'evoluzione climatica. Sono i primi dati della campagna glaciologica nell'area dolomitica, attività di supporto al progetto di monitoraggio ambientale avviato per la Regione Veneto, che serviranno ad aggiornare il Catasto dei Ghiacciai

MarmoladaI ghiacciai delle Dolomiti venete - ma anche la parte del Trentino Alto-Adige - si scoprono a sorpresa in buona "salute". Merito delle nevicate eccezionali degli ultimi due inverni, grazie alle quali il bilancio glaciologico (tra neve caduta e neve fusa) è estremamente positivo a fine estate 2014, e solo in apparenza in contrasto con quella che sembra essere la tendenza dell'evoluzione climatica. Sono i primi dati della campagna glaciologica nell'area dolomitica, attività di supporto al progetto di monitoraggio ambientale avviato per la Regione Veneto, che serviranno ad aggiornare il Catasto dei Ghiacciai.

 

Lo studio, fatto con foto aree delle grandi masse ghiacciate, è stato curato dal glagiologo rodigino Franco Secchieri. Al momento si tratta di osservazioni preliminari a livello qualitativo, che verranno successivamente elaborate per avere un'immagine più chiara della situazione di ghiacciai e glacionevati. Sono state rilevati, catalogati e descritti - spiega Secchieri - 80 siti glaciogeni, ricompresi in tutte le Dolomiti di Veneto e Trentino Alto Adige. Non solo quindi i grandi ghiacciai, come la Marmolada, ma ogni massa glaciale significativa e permanente presente. La campagna di rilievo ha 'fotografatò le condizioni di innevamento prima della stagione estiva 2013, e poi prima dell'estate 2014.

 

I risultati saranno messi a confronto con la lunga ed ininterrotta serie di dati raccolti in collaborazione col Centro Valanghe di Arabba a partire dal 1982. Tornando ai risultati, l'aspetto più sorprendente - riferisce la Regione - riguarda la grande quantità di neve residua (che si trasforma col tempo in nevato prima e ghiaccio poi) rimasta all'interno dei siti glaciogeni e che si è andata a sommare a quella, pure abbondante della precedente annata.

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