Digiuno da dieci giorni per il punto nascite di Cavalese

Loris Welponer , presidente del Consiglio comunale, continua la sua forma di protesta con lo sciopero della fame

di Luisa Pizzini

Dieci giorni senza toccare cibo, nonostante proprio con il cibo sia sempre a contatto lavorando a pieno ritmo nella cucina del suo ristorante, «Il cantuccio» di Cavalese. Loris Welponer , presidente del Consiglio comunale, continua la sua forma di protesta con lo sciopero della fame per sensibilizzare amministratori ed opinione pubblica sulla questione del punto nascite dell'ospedale di Cavalese

In attesa che venga nominato il primario del reparto di ostetricia e ginecologia, dove i parti hanno registrato un vertiginoso calo negli ultimi mesi, il 23 dicembre scorso Welponer ha deciso di intraprendere quest'iniziativa che è determinato a portare avanti finché non otterrà risposte certe sul futuro dell'ospedale. A meno che il prolungarsi del digiuno non comprometta la sua salute e lo costringa ad interrompere la protesta. Proprio per i rischi che sta correndo senza toccare cibo ormai da dieci giorni, Loris Welponer viene costantemente monitorato dalla dottoressa Patrizia Gilmozzi.

«Sto abbastanza bene - raccontava ieri il presidente del Consiglio comunale mentre si trovava al lavoro nel suo ristorante - ma ho già perso nove chilogrammi in questi dieci giorni di digiuno, ogni tanto mi tremano le gambe ed in certi momenti mi manca la lucidità. È faticoso continuare a lavorare così, soprattutto in questo periodo di alta stagione per noi qui al ristorante. Lavoriamo fino a dodici ore al giorno e non è facile in queste condizioni ma sono determinato ad andare avanti, almeno finché la salute me lo permetterà».

Attestati di solidarietà e messaggi di sostegno alla causa che sta portando avanti dice d'averne ricevuti molti: «Ho contato circa seicento tra e mail e messaggi che mi sono arrivati in questi giorni e devo dire che mi sento molto sostenuto soprattutto dalla Comunità territoriale della Val di Fiemme e dalla gente della valle. Questo per me è già un obiettivo raggiunto, perché uno dei miei intenti era quello di smuovere la coscienza delle persone e credo d'averlo fatto in questo modo. Se ne parla, se ne discute. Non ho ancora avuto invece delle risposte da parte degli amministratori e per questo finché potrò andrò avanti».

Loris Welponer punta il dito contro i politici locali, sostenendo che le colpe più grandi le hanno proprio loro in questa vicenda. «Fanno dichiarazioni che vengono puntualmente smentite dai fatti - spiega - mentre la gente ha bisogno di risposte concrete sul nostro ospedale. In Provincia sono ancora tutti in ferie in questo periodo e nessuno mi ha contattato, ma attendo che lo facciano. Mentre dall'amministrazione comunale di Cavalese non ho ricevuto alcun appoggio».

Lo sciopero della fame di Loris Welponer è approdato anche sulla Rete attraverso blog e social network, dove ha registrato qualche critica ma anche molti plausi ed incoraggiamenti a proseguire. «Sostenerlo è il minimo che possiamo fare, almeno lui ci sta provando» si legge tra i commenti alla notizia. Del resto le sorti dell'ospedale di Cavalese ed in particolare del reparto di ostetricia e ginecologia stanno a cuore a molte persone che vivono in valle o che vi soggiornano abitualmente durante le ferie. Quest'estate ad esempio erano state raccolte 15 mila firme a sostegno del progetto «Parto per Fiemme», che ha lo scopo di incentivare i parti all'ospedale di Cavalese. La gente è disposta ad «auto-tassarsi» per offrire il soggiorno in valle alle famiglie che decidono di far nascere i propri figli qui.

Nei giorni scorsi inoltre, a margine della conferenza stampa convocata dai consiglieri comunali di minoranza, è stata paventata anche la possibilità di promuovere una clamorosa azione di protesta di piazza, magari proprio quando l'assessore provinciale Donata Borgonovo Re arriverà a Cavalese per incontrare la Comunità territoriale, appuntamento in programma proprio per questo mese.

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