Predazzo, Elia è venuto alla luce in ambulanza nel parcheggio del trampolino
Ancora una volta un parto per strada, lungo la statale delle Dolomiti, all'altezza dei trampolini di Predazzo.
Una coppia di Mazzin stava scendendo verso Trento perché, dalle 13 circa, la donna aveva avvertito dolori e contrazioni. Il viaggio, però, si è fermato molto prima dell'arrivo all'ospedale. Alle 15 e 55 è giunta la chiamata al 118 nella quale la coppia chiedeva aiuto perchè le contrazioni erano diventate troppo ravvicinate.
«Aveva contrazioni ogni dieci minuti e siamo partiti per raggiungere l'ospedale. A un certo punto abbiamo chiamato l'ostetrica di Cavalese che ha sentito mia moglie urlare e ci ha detto di contattare direttamente il 118, il quale a sua volta ci ha detto di fermarci», spiega il papà che si trova al S. Chiara vicino alla neo mamma.
Nel parcheggio dei trampolini sono arrivati i vigili del fuoco di Predazzo, l'ambulanza e infine anche l'elicottero con il medico rianimatore e l'ostetrica.
Il tragitto da Mazzin e Predazzo sono 24 minuti di macchina. Per raggiungere almeno l'ospedale di Cavalese, che nel fine settimana non ha comunque il punto nascita aperto, ce ne volevano altri 12 ma il medico, visitata la donna, ha ritenuto che non era possibile muoversi perché il parto era troppo imminente. Così il neonato è venuto alla luce in ambulanza alle 17 e 02. Elia, così è stato chiamato il bambino, poco più di tre chili di pura gioia, sta bene e insieme alla mamma è stato accompagnati con l'elicottero a Trento.
In valle, intanto, è già polemica.
«Nascere per strada, in un'ambulanza con dentro cinque persone dentro, non è accettabile», dice Alessandro Arici del Comitato Parto per Fiemme convinto che l'Azienda sanitaria non ha fatto tutto il possibile per cercare il personale necessario per tenere aperto il Punto nascita. A pediatri che si fanno avanti dicono che tanto il Punto nascita chiuderà e quelli in graduatoria non vengono contattati per settimane. Noi abbiamo almeno tre pediatri che verrebbero, tutti e tre dei bravissimi pediatri neonatologi, ma non c'è la volontà. È un fallimento per tutti quanto sta succedendo. Qui si sta tornando a nascere per strada».