Lupi sempre più presenti nelle valli di Fiemme e Fassa
Nel 2016 nessuna presenza dell'orso. Aumentano cervi e mufloni
L'Ufficio Distrettuale Forestale di Cavalese, diretto da Bruno Crosignani, ha reso noti i dati ufficiali del 2016, relativi alla consistenza faunistica delle specie selvatiche di maggiore interesse nelle due valli. Gli ultimi censimenti documentano la presenza di 721 caprioli, 1.163 cervi, 3.734 camosci e 671 mufloni. In totale quindi 6.324 capi, 1.568 dei quali (il 25%) assegnati alla caccia e 1.083 abbattuti (il 70% dell'assegnato).
Rispetto al 2015, è aumentata la popolazione di cervi e mufloni, diminuisce quella dei caprioli e rimane sostanzialmente stabile il camoscio, colpito alcuni anni fa dalla rogna sarcoptica che ne aveva abbassato il numero, ora per altro in ripresa, anche se la malattia è ancora in corso sul versante destro della val di Fiemme.
Risultano presenti in buon numero anche i tetraonidi (gallo cedrone, fagiano di monte) e la pernice bianca, monitorati attraverso rilievi effettuati in specifiche aree. Per quanto riguarda l'orso, nel 2016 non è stato accertato alcun passaggio, mentre l'anno prima c'erano state numerose segnalazioni di presunti avvistamenti, per altro senza riscontri oggettivi.
Nel 2016 anche le segnalazioni sono drasticamente diminuite. Non va dimenticato che la valle dell'Adige costituisce una barriera fisica difficile da superare per la presenza del fiume, dell'autostrada del Brennero e di altre strade ad alto traffico veicolare, per cui tutto il Trentino orientale risulta privo di orsi stanziali. Solo saltuariamente si registrano casi di orsi di passaggio, probabilmente provenienti dalla Slovenia.
Nella zona di Pampeago si sono accertati sporadici passaggi estivi di cinghiali, anche se non sembrano sussistere le condizioni ambientali e soprattutto di nutrimento per temere una loro diffusione. Diversa la situazione del lupo, che l'anno scorso ha frequentato in particolare la Val Venegia, nel Parco Naturale di Paneveggio, con alcuni casi di predazione, attribuiti ad un unico esemplare di femmina che ha esercitato quello che in termine tecnico viene definito «overkilling», quando il predatore, alla presenza di numerosi capi di bestiame indifesi, uccide in maniera indiscriminata, al di là delle sue necessità alimentari.
Il primo episodio si è verificato il 18 giugno (15 pecore morte e 10 disperse), il secondo il 3 e 4 settembre (26 capi morti, 10 feriti e una ventina di dispersi), mentre il 9 e 10 settembre la predazione si è spostata nella zona del Lusia (2 agnelli morti, un ferito e 18 capi dispersi) ed il 3 ottobre lo stesso lupo (come hanno accertato le analisi genetiche) ha ucciso 2 pecore in val Giumela, sopra Pozza di Fassa, una è stata ferita e 6 agnelli sono risultati dispersi. Va precisato che, a differenza dell'orso, inserito nel progetto Life Ursus, quella del lupo è una venuta spontanea. Al momento si parla di un solo esemplare e non ci sono segnali che facciano prevedere la costituzione di una coppia e successivamente di un branco, come avvenuto in Lessinia.
È comunque un segnale chiaro per gli allevatori, invitati a sorvegliare meglio i loro animali, evitando di tenerli allo stato brado. Tanto più che la Provincia, oltre ad indennizzare i capi predati, concede in comodato gratuito i sistemi di difesa passiva. Per quanto riguarda infine aironi e cormorani, i primi sono ormai stanziali sull'Avisio e sui rivi laterali, mentre i secondi cercano delle pozze nelle quali tuffarsi. Il luogo preferito è il lago di Stramentizzo, ma quando in inverno il lago è gelato, come quest'anno, essi emigrano verso zone del Trentino più temperate.