Cavalese, per il punto nascita 2 pedriatii in mobilità volontaria
Chi la dura la vince e il proverbio sembra essere quanto mai azzeccato per Cavalese dove la speranza di riuscire a mettere insieme la squadra di pediatri necessaria alla sopravvivenza del punto nascita non sembra più essere solo un’utopia.
Già certi due pediatri che arriveranno a breve grazie alla mobilità volontaria, ossia per passaggio diretto da altre amministrazioni. Uno è Ugo Priora, che arriva da Alba, e dovrebbe entrare in servizio il primo luglio. L’altro è Cristiano Flumini, formatore in rianimazione neonatale. Arriva dall’Ospedale dei Bambini di Ancona e ha partecipato al colloquio in Apss il 29 marzo. Per chiudere la partita manca solo il via libera dell’Azienda per la quale Flumini lavora ma - stando ai colloqui già intercorsi - non dovrebbero esserci problemi.
Ora c’è attesa per l’ultimo concorso la cui prova è fissata per il 12 aprile. Gli iscritti sono una decina e di questi tre hanno dato disponibilità anche per Cavalese. «Ovviamente dovranno partecipare al concorso, superarlo e firmare il contratto», spiega il direttore dell’Azienda sanitaria Paolo Bordon che dopo gli esiti dei precedenti concorsi indetti non si lascia andare a facili entusiasmi.
In attesa di sapere come andranno le cose la prossima settimana ieri i sindacati e i vertici dell’Azienda sanitaria, in particolare, Paolo Bordon, Giovanni Guarrera e Paolo Federici, si sono incontrati per fare il punto sulla situazione del reparto ginecologia dell’ospedale di Cavalese il cui punto nascita è stato chiuso dalla metà di marzo dopo il ritiro della deroga da parte del Comitato Percorso nascite nazionale.
«Al momento nessuna decisione definitiva è stata presa, ma semplicemente c’è stata una rimodulazione dell’organizzazione in attesa di sapere l’esito del concorso e l’eventuale possibilità di chiedere nuovamente la deroga - spiega Cesare Hoffer del Nursing up. Nel frattempo tre ostetriche a tempo indeterminato sono state spostate momentaneamente al S. Chiara e cinque infermieri sono stati assegnati ad altri reparti».
Ma l’attenzione del Nursing up è puntata soprattutto sul Pronto soccorso, reparto dove si sono «scaricate» una serie di richieste che prima erano legate al servizio oggi chiuso. «Quello che noi chiediamo è un potenziamento della presenza del pediatra in pronto soccorso attualmente presente per quattro ore e del medico anestesista h24 anche ad Arco e Tione», aggiunge Hoffer. Una richiesta non legata solamente alle partorienti. I casi di parti precipitosi, secondo uno studio effettuato dall’Azienda sanitaria, sono una media di 16 all’anno nella nostra provincia e di questi solo 8 si verificano nelle periferie e interessano soprattutto il personale del 118. «La nostra preoccupazione è garantire la massima sicurezza in tutti gli ospedali della Provincia».