"Punto nascita, niente medici se non viene riaperto il reparto"

«Fino a quando il punto nascita di Cavalese non verrà riaperto, non si riuscirà a convincere nessuno specialista a scegliere la struttura, vanificando i risultati del concorso appena conclusosi per la selezione di nuovi pediatri. Occorre quindi riprendere l’attività del reparto, anche mediante l’impiego di specialisti a rotazione, per giungere poi ad una stabilizzazione del personale».
 
A dirlo è il segretario della Lega Nord del Trentino Maurizio Fugatti, che ha presentato sulla questione un’apposita interrogazione in Consiglio provinciale. Il documento, sottoscritto anche dai consiglieri Giacomo Bezzi (Forza Italia) e Claudio Cia (Agire per il Trentino), chiede alla Giunta di avviare in tempi rapidi le procedure per la riapertura del reparto, secondo le disposizioni previste da parte del Ministero della salute.
L’obbiettivo è quello di assicurare fin da subito un servizio per la comunità, scongiurando allo stesso tempo il pericolo che i rari specialisti in pediatria che hanno appena sostenuto la prova di concorso per l’assunzione di nuovo personale sanitario da parte dell’Apss scelgano di lavorare in un altro nosocomio del Nord Italia.A detta dei firmatari, inoltre, l’avvio in tempi rapidi del reparto di neonatologia permetterebbe di evitare la dispersione di altre professionalità importanti per il corretto funzionamento del servizio, tra cui i ginecologi.
 
«Dal bando di concorso per pediatri - ha specificato Fugatti - è emersa la preferenza di tre candidati su nove selezionati per il punto nascite di Cavalese. Ora, con lo specialista già presente in loco, si potrebbe arrivare alla riapertura del reparto, affiancando due medici gettonisti oppure due medici a rotazione dagli ospedali di Trento e Rovereto (raggiungendo in tal modo i sei pediatri previsti dalle direttive ministeriali). Si tratterebbe di una soluzione temporanea, da mantenere fino a quando l’attività non viene riportata a regime».
 
Il rischio paventato dai consiglieri della minoranza è che un certo immobilismo dell’amministrazione provinciale possa indurre i medici a spostarsi altrove. «Scegliere di non fare nulla - ha aggiunto Fugatti - comporterà la perdita dei professionisti che hanno espresso il desiderio di lavorare a Cavalese. Data la carenza di personale medico nel settore, ciò significherebbe ritardare ulteriormente la riapertura del punto nascite». Sono state circa 200 le partorienti delle valli di Fiemme e Fassa costrette a spostarsi a Trento ed a Bolzano nel solo 2016, in ragione degli orari e di quello che è stato definito come «terrore psicologico» per la nuova organizzazione - riguarda la progressiva diminuzione del numero di ginecologi in attività. In merito, si chiede la motivazione per cui non si è mai pescato dalla graduatoria di professionisti stilata ancora due anni fa.

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