Il lupo ha sbranato 172 capi
Dopo oltre un secolo di assenza, il lupo è tornato in Trentino e dalla fine del 2016 ad oggi nella sola Val di Fassa (Val Duron, Val di Grepa, Lusia, Località Bocche) la presenza dell’animale ha cagionato la perdita di 172 capi (63 capi morti e 109 dispersi) fra ovini, caprini, equini e bovini.
I regolari avvistamenti di questo predatore preoccupano non poco gli allevatori ed i pastori per le pesanti conseguenze che esso provoca alla loro attività economica. «Preso atto della situazione politica a livello nazionale ed europeo, che non permette l’abbattimento del lupo in nessun caso, in quanto specie protetta, si reputa dunque opportuno e urgente cercare di comprendere ed affrontare in chiave realistica i termini di una convivenza con questo predatore, che tradizionalmente si presenta complessa». Lo scrive il consigliere ladino Beppe Detomas in una mozione nella quale chiede alla Giunta provinciale «di attivare un sistema di monitoraggio capillare sulla presenza del lupo in Trentino e in particolare nelle Valli di Fiemme e Fassa, finalizzato a raccogliere informazioni precise su numerosità, genere, localizzazione, stanzialità o meno dei branchi, sul grado di aggressività e l’eventuale presenza di lupi ibridi».
In secondo luogo «far conoscere e diffondere presso i pastori e gli allevatori esposti al fenomeno tutte le informazioni e i possibili provvedimenti da adottare concernenti la difesa dei propri animali e la prevenzione dalle aggressioni, come ad esempio i sistemi di recinzione elettrificati per le greggi, cani da pastore addestrati per la guardia ai lupi, i deterrenti sonori o altri interventi utili, attivando anche un relativo servizio di consulenza con punto di ascolto e infine Promuovere incontri e conferenze sul lupo a scopo informativo nei territori coinvolti riportando anche esempi e modalità adottate in altre località interessate dal fenomeno, sia italiane che estere».