Non solo sci: alla Marcialonga la protesta per il punto nascite
Come annunciato nelle scorse settimane durante la Marcialonga in programma oggi (ma ieri si sono svolti i primi eventi, con la gara Story) ci sarà spazio anche per le proteste: a organizzare il gruppo Giù le mani dall’ospedale di Fiemme, che vuole sfruttare l'esposizione mediatica della gara per far tornare in primo piano il tema del punto nascite di Cavalese. Un tema che in valle è molto sentito e che negli ultimi mesi ha coinvolto migliaia di persone in assemblee, dibattiti e manifestazioni. L'appello alla politica è chiaro: si deve continuare a far nascere i bambini a Cavalese.
La protesta, assolutamente civile e pacifica, per ora ha visto solo qualche striscione appeso lungo il tracciato di gara.
«Vogliamo fare un raffronto tra le oggettive difficoltà nel raggiungere un traguardo a livello sportivo e il raggiungere una meta per dare alla luce un figlio. Stessa distanza ma condizioni fortemente differenti… Marcialonga: 70 km. Ma 70 km anche per noi mamme. 70 km per darlo alla luce. 70 km per dargli le giuste cure in caso di malessere notturno. 70 km in cui nessuno si assicura che la strada sia libera per arrivare senza difficoltà all’ospedale. 70 km in cui nessuno ti garantisce ristoro, né per il corpo né per l’anima. Riapriteci il punto nascita di Cavalese!».
Partito alla grande il primo giorno di manifestazione organizzata dal gruppo «Giù le mani dall'ospedale di Fiemme» in occasione del lungo weekend dedicato alla Marcialonga. Soddisfatti gli organizzatori della piccola manifestazione di sensibilizzazione, che dopo il pomeriggio di ieri, già si stanno preparando alla maratona informativa a cavalese, prevista già dalla prima mattinata di oggi. Patrizia Caviola commenta, a proposito della giornata di ieri: «Siamo felici degli incontri fatti durante la Minimarcialonga a Lago di Tesero. Abbiamo già attaccato i nostri striscioni "vietato nascere" nei luoghi in cui passerà questa grande competizione e a Lago di Tesero abbiamo fatto degli incontri positivi, nessun contestatore o disturbatore ma molta vicinanza e comprensione. Sono passati amministratori, politici, curiosi e soprattutto tanti sorrisi di vicinanza e di sostegno alla nostra causa, anche perchè non è nostra, ma di tutti noi». Secondo i promotori dell'iniziativa che si è svolta in maniera del tutto tranquilla e partecipata, «è bello quando si può parlare e confrontarsi come facciamo in questi giorni, in modo aperto e costruttivo, non solo attraverso il web».
Un momento d'incontro importante insomma: «Decisamente, anche se la parte più attiva del gruppo già si incontra di persona una volta in settimana. E' molto importante però vedere che non siamo un gruppo ristretto, ma che come sono molti i volontari della Marcialonga, unica è anche la comunità a cui sta a cuore il punto nascite e il nostro ospedale di Fiemme». Cosa avete in programma per oggi invece? «Saremo a Canazei presso giro di boa dalle ore 8 alle ore 11 ma soprattutto a Cavalese in zona arrivo dalle ore 9.30 alle ore 12.30». Niente picchetto tutto il giorno? «No, questa bella gara, ormai una tradizione per tutti, deve essere una giornata di festa da passare con le proprie famiglie anche per chi sarà presente quelle poche ore a far sentire la nostra posizione. Ma per chi vorrà passare a parlare con noi, noi ci saremo».
Soddisfatto anche Paolo Scarian : «Una manifestazione silenziosa e pacifica, che rimarrà tale anche oggi. Questo fine settimana manteniamo volutamente i toni pacati e lasciamo parlare questa bella gara, poi ci sarà tempo per aggiornare al meglio sugli incontri che abbiamo fatto». Il futuro del punto nascite dell'ospedale di Fiemme è da anni al centro del dibattito mentre prosegue l'iter burocratico per costruire la nuova struttura. Come scritto su queste pagine nei giorni scorsi, il contratto per la progettazione dell'Ospedale di Cavalese può essere firmato. Il Tar di Trento ha infatti confermato la validità del concorso di progettazione della Provincia concluso con l'assegnazione dell'incarico al raggruppamento guidato dall'architetto Roberto Ravegnani Morosini di Milano.