Gemellaggio di corde e moschettoni
Quando la montagna fa parlare di sé a causa di incidenti e di soccorsi, non ci sono storie belle da raccontare. Ma a volte sì. Come quella che inizia lo scorso autunno, in un giornata calda ma non troppo, ideale per scalare: un «campanile» che si erge dal mare, sopra e sotto solo il blu, del cielo e del mare. Lassù, quasi in cima alla via si trovava un membro del soccorso alpino del Centro Fassa. Salivano contemporaneamente sul lato opposto dello sperone altri climber come lui vacanza in Sardegna. Improvvisamente un pezzo di roccia si staccò, tranciando di netto la corda dell’ultimo componente di quel gruppo, una donna, che dopo un volo libero di una decina di metri, atterrò miracolosamente in un rovo. Sotto di lei il vuoto frastagliato da rocce sporgenti, prima del mare, oltre cento metri più in basso.
Il fassano ha prontamente recuperato i compagni della sfortunata e li ha condotti indietro lungo il sentiero mentre l’elicottero e gli uomini del Soccorso Alpino della Sardegna recuperavano la donna. Dopo lo spavento, le lesioni gravi ma non fatali per la climber, il fassano giustifica il suo pronto intervento agli uomini del soccorso: da soccorritore non poteva stare solo a guardare e aspettare. E così, dalla cronaca della giornata, la discussione si apre sull’ampio orizzonte della montagna e è subito amicizia: dal Giannargentu alle Dolomiti le differenze non sono poche, eppur sono nulle di fronte all’amore per la montagna, per vivere la natura e in essa praticare attività, in special modo l’arrampicata. E ancora la solidarietà che spinge a correre per chi in montagna si perde, si ferisce, e per mille e diverse ragioni è impossibilitato sia a tornare indietro che ad andare avanti. Così come in trentino, anche in Sardegna è boom della vacanza attiva: trekking, mountain bike, arrampicata. Percorsi dall’alto che scendono verso le spiagge e che si risalgono con corde e moschettoni. Il lavoro per i volontari del socorso alpino di Sardegna, è tanto: i picchi sono in primavera, quando la gente si risveglia e ha voglia di arrampicare e attaccare la montagna, ma anche in autunno, quando facendo trekking o cercando funghi, si perdono. Dalla birra sulla spiaggia a 0 metri, al tè fumante in rifugio a 3000 metri, lo spirito non è cambiato. La settimana scorsa, una delegazione del Soccorso Alpino di Nuoro e Ogliastra è arrivata a Pozza per conoscere un ambiente così diverso dal proprio e trascorrere momenti sia ricreativi che formativi con i colleghi fassani.
«La condivisione degli stessi valori e degli stessi ideali, la possibilità di confrontarci durante le esercitazioni tecniche, sono il valore aggiunto di questo “gemellaggio ufficioso”» racconta il capo stazione Luigi Zulian. Non rientrando lo sci nella loro tradizione, alcuni hanno voluto provare, ma sono state soprattutto le Dolomiti a rapirli: la salita coi ramponi fino ai 3.250 del Piz Boe, arrampicata sulle cascate di ghiaccio, le esercitazioni tecniche, soprattutto la simulazione di un intervento in valanga con arva, pala e sonda, per loro non una novità, ma quasi. E poi, trovandosi qui, imperdibile la visita a una delle aziende leader nel settore montagna, «La Sportiva». E ancora momenti culturali con la visita al museo della guerra e museo ladino. Proprio qui, si sono scoperte anche delle caratteristiche comuni nei riti del carnevale e proprio il Mammutones, la figura tipica sarda del carnevale, adesso è appesa nella sede del soccorso alpino centro Fassa a sigillo di questa nuova via.