Predazzo, le «cataste» più forti di pioggia e maltempo: tanta folla e gran successo
San Martino bagnato ma non per questo meno fortunato. Predazzo, con i giovani ed i meno giovani dei cinque rioni del paese, ha celebrato ancora una volta nel modo migliore una tradizione storica, alla presenza di un pubblico numeroso oltre ogni aspettativa, viste le condizioni meteo di una serata fredda e piovosa che si pensava tenesse lontana la gente. Ed invece il paese è stato invaso da centinaia di persone che hanno seguito con il solito entusiasmo la festa che conclude l’annata.
Un appuntamento tradizionale, che un tempo sanciva la conclusione dei lavori agricoli e quindi si poneva come occasione di ringraziamento per i raccolti, anche se oggi le cose sono cambiate ed è rimasto solamente lo spettacolo di una serata diversa. Come sempre, alle 20 sono esplosi i cinque grandi fuochi dei cinque rioni attorno al paese, con le grandi cataste di legna, quest’anno particolarmente belle e che si sono caratterizzate, oltre che per la forma (particolare quella del rione Sommavilla, che rappresentava un igloo) per il consistente uso di materiale legnoso, recuperato grazie alla considerevole disponibilità di schianti provocati l’anno scorso dalla tempesta Vaia.
Lo spettacolo non è mancato, seguito dopo mezzora, dalla sfilata di tutti i rioni tra due ali di folla, con campanacci, bidoni, trombe, campanelli, corni ed ogni altro oggetto in grado di fare rumore, nel solito, assordante frastuono. Al termine, gran finale in piazza con l’ultimo concerto. Una piazza dove era possibile degustare il tè, il vin brulè ed altre specialità gastronomiche, con le immancabili castagne a fare da gustoso contorno. Al di là del tempo quindi, tutto è andato per il meglio, nel rispetto di un appuntamento entrato nel cuore di tutti. Quest’anno, come già nel 2018 (Adige del 6 novembre), non sono distribuite ai Vicini capofamiglia della Regola Feudale le tradizionali “Regàlie”, i soldi legati agli introiti di bilancio dell’Ente, visto che la stessa Regola è alle prese con i problemi (e le spese) legati al disastro dell’ottobre scorso. Se ne parlerà nel 2020.
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