Il progetto di bus in val di Fassa. L'associazione Terra fra i monti è critica: meglio pensare al treno
Il vicepresidente dell’associazione Terra fra i monti, Italo Piffer, interviene sul recente annuncio, da parte della Provincia, dell’avvio del progetto Bus Rapid Transit, finalizzato al potenziamento del trasporto pubblico su gomma in val di Fassa.
«Osserviamo che non viene mai citata la questione ambientale, che vengono spese alcune parole per descrivere le performances dei nuovi mezzi, entrate a raso, confort e capienza, ma non si accenna alle emissioni, se essi siano o meno ad azionamento elettrico o a idrogeno o a carburante tradizionale.
Evidentemente - afferma Piffer - nelle sedute di concertazione con gli amministratori fassani non se n’è parlato o, probabilmente, il dettaglio non era d’interesse. Certamente seguiranno altre concertazioni, altre discussioni, altre informazioni di dettaglio ma a nostro parere questi argomenti dovevano essere i primi ad essere considerati».
L’associazione aggiunge: «Osserviamo ancora che la modalità ferroviaria, il treno, non trova ospitalità nel comunicato, neanche quale argomento di raffronto o giustificazione dell’assenza, parole tabù, da esorcizzare. Cionondimeno non si esita a definire »strategico« il trasporto su gomma, in netta dissonanza dalle più autorevoli e moderne voci sull’argomento del trasporto pubblico, che, al contrario, collocano la modalità ferro al primo posto, e con il ragguardevole vantaggio sulle altre modalità».
Per Piffer, sarebbe servita invece, anche nell’ottica di una maggiore sostenibilità, una virata decisa su progetti di trasporto ferroviario: «Il confronto con altri territori sarà immediato e spietato, basterà uno sguardo alle limitrofe valli dolomitiche in Sudtirolo, dove si lavora all’anello ferroviario delle Dolomiti, e alla vicina Svizzera, dove il treno stesso è sovente attrazione turistica. Ora ci poniamo la domanda: che destinazione avranno le risorse del recovery plan in Trentino?».