Domenica il referendum a Cavalese: l'azienda elettrica deve rimanere comunale?
Si voterà dalle 8 alle 22, nella consultazione chiesta dal Comitato che vuole mantenere la centrale «locale». Le ragioni del sì e le ragioni del no (da parte del Comune)
CAVALESE. Domenica 3 luglio, dalle 8 alle 22, al Palafiemme in via Fratelli Bronzetti e al Palazzo della nuova scuola elementare di Masi (oppure anche in ospedale, per chi è lì ricoverato) la popolazione cavalesana potrà esprimere la propria opinione sul futuro dell'azienda elettrica.
«Volete che l'azienda elettrica comunale resti di proprietà del Comune di Cavalese?». Questo il quesito del referendum voluto da coloro che hanno sottoscritto la raccolta firme degli scorsi mesi.
La vicenda vede contrapposte due volontà opposte. Quella dell'amministrazione comunale, che ha deciso di vendere l'azienda a Dolomiti Energia (per quanto riguarda l'attività di commercializzazione) e a Set (per il ramo distribuzione), mantenendo in capo al Comune la produzione di energia con la proprietà della centralina del Tabià (che verrà potenziata), così come dell'illuminazione pubblica e dei dipendenti.
Quella delle minoranze in consiglio comunale, che ne difendono la proprietà sostenuti dagli oltre trecento cittadini firmatari. Oggi alle 20.30 al Palafiemme si terrà una serata informativa nella quale verranno spiegati i contenuti del referendum.
L'esito del voto di domenica (che per essere ritenuto valido deve portare alle urne il 30% degli aventi diritto al voto) darà indicazione sul pensiero dei cavalesani. L'elettore, per votare, dovrà esibire al presidente di seggio un documento di riconoscimento. La capacità elettorale è attestata dalla sola esibizione del certificato elettorale. Entro trenta giorni dalla votazione il consiglio comunale dovrà pronunciarsi sull'esito del referendum (non vincolante per l'amministrazione).
FRONTE DEL SI’
Promotore della raccolta firme necessaria ad istituire il referendum è stato il comitato "Salviamo l'Azienda Elettrica di Cavalese" guidato da Carlo Betta.
Cosa vi spinge a voler mantenere la proprietà dell'azienda in capo al Comune?
L'azienda elettrica comunale è stata voluta da chi ci ha preceduto e sono anni che funziona. Non ci sono problemi di gestione ed il servizio offerto è sicuramente di qualità. Un addetto è presente in Comune con lo stesso orario del restante personale e quindi l'utente non ha problemi a risolvere i suoi problemi.L'amministrazione comunale parla però di un obbligo al conferimento dell'Azienda Elettrica al gestore provinciale.Il piano di distribuzione dell'energia elettrica dice che le attività devono essere conferite entro il 31 dicembre 2030. Si parla quindi di un periodo molto in avanti. Vista la situazione attuale, dove tutti abbiamo visto le conseguenze della mancata o ridotta produzione di energia elettrica, possiamo ben comprendere il valore di avere un'azienda elettrica "in casa". In ogni caso il piano non prevede sanzioni o penalizzazioni per chi non si adegua e nemmeno obblighi di alcun tipo.
Oltretutto, nella previsione di cessione dell'amministrazione di Cavalese, si parla di mantenere il personale in capo al Comune ma non si sa bene con quali mansioni.
È da precisare poi che al 2030 si dovrà verificare anche il piano nazionale di distribuzione dell'energia elettrica di cui al momento non si sa nulla.
L'amministrazione comunale parla anche di un notevole beneficio dal punto di vista dei dividendi azionari.
La politica dei dividendi azionari è del tutto aleatoria in quanto la società che assorbirebbe la nostra azienda elettrica, per statuto, deve implementare e potenziare il servizio e non pensare solo agli utili. Si tratta di una public company il cui scopo è di fornire servizi e potenziare la rete. Non si conosce peraltro l'andamento economico della nostra azienda elettrica in quanto non è tenuta una contabilità separata dalla contabilità del Comune, dove in passato è sempre stata considerata "la gallina dalle uova d'oro".
In altre parti del Trentino cosa ne pensano?
Ho sentito alcuni colleghi segretari ed anche dei responsabili politici, nessuno ha però parlato di voler cedere le aziende elettriche.
Un messaggio ai cittadini in vista del referendum?
Recatevi alle urne in massa ed esprimete il vostro voto per il mantenimento della nostra azienda elettrica in mano al Comune di Cavalese.
IL FRONTE DEL NO
L'amministrazione comunale ha da tempo fatto la sua scelta: attività di commercializzazione dell'azienda a Dolomiti Energia e distribuzione a Set, mantenendo produzione (con la centralina del Tabià), dipendenti e illuminazione pubblica.
Sindaco Sergio Finato, per quale motivo avete deciso di vendere l'azienda?
È una strada obbligata, visto che le norme ce lo impongono. L'anno prossimo finisce il mercato tutelato, quindi l'amministrazione non sta facendo altro che anticipare i tempi, piuttosto che subire gli eventi. Vanno fatte delle scelte e noi abbiamo deciso di tenere la produzione, potenziando la centralina con investimenti pubblici, migliorando l'impianto di illuminazione e tenendo il personale dell'azienda.
Quanto stimate sarà il guadagno, sotto forma di dividendi, dopo la vendita?
Le stime parlano di circa 80mila euro all'anno. Prenderemo azioni da Set, una società trentina sana e partecipata dalla Provincia. Ho sentito altri sindaci trentini e sono molto soddisfatti di aver conferito l'azienda a loro.
Cosa cambierà ai cittadini una volta che l'azienda non sarà più comunale?
Non si accorgeranno nemmeno del cambiamento. Il costo in bolletta non cambia a seconda di chi distribuisce l'energia, ma seguirà le logiche di mercato.
Dal punto di vista del servizio, in caso di guasti o problemi, sarà garantita l'assistenza?
Set è fra i migliori in Italia nei tempi di risposta delle manutenzioni a seguito dei guasti. Ci è stata inoltre garantita l'apertura a Cavalese per cinque giorni alla settimana di uno sportello. Ci affidiamo a una società strutturata e molto seria, a marchio trentino, che sta lavorando parecchio sul green e le fonti rinnovabili. Arriveranno forti investimenti, tra cui l'interramento delle linee aeree.
La minoranza lamenta scarsa trasparenza anche la modalità di scelta della data del voto non è piaciuta. Cosa rispondete?
Noi siamo sereni, abbiamo agito nella massima trasparenza possibile. Prima di Natale si è svolta una serata informativa pubblica con tecnici esperti, abbiamo ragionato sul tema sia in consiglio comunale che in commissione e i consiglieri sono stati sempre informati di tutta l'evoluzione della vicenda.
Se l'esito del voto propenderà per il sì, cambierete idea sulla vendita?
L'amministrazione ha il diritto e il dovere di fare delle scelte, nell'interesse generale della comunità. Per non subire gli eventi, bensì governarli. Investiamo sulla produzione e affidiamo il resto in buone mani. I cittadini devono avere fiducia in noi, non faremo mai qualcosa che possa nuocere loro.