Gusto / Occasione

Arriva il "Festival del Puzzone", ma per il formaggio di Moena serve un rilancio (ed anche un prezzo adeguato)

Con Soraga e Predazzo, una due giorni dedicata all’eccellenza casearia del Trentino. Il caseificio vende con Concast, ma sempre più cerca canali «alernativi»

di Giorgia Cardini

MOENA. Torna, dal 20 al 22 settembre, il "Festival del Puzzone di Moena Dop"", che oltre alla località che dà metà del nome al Re dei formaggi trentini, coinvolge anche Soraga e Predazzo. La festa, dal programma fittissimo, rappresenta innanzi tutto l'occasione per fare il punto della situazione con Gianbattista Vanzo, presidente del Caseificio sociale di Predazzo e Moena che produce il Puzzone.

«La produzione è stabile, siamo annualmente sulle 40.000 forme, pari a circa 40.000 quintali di formaggio su una produzione totale di 53.000 quintali annui, che include altre tipologie di prodotto».

In questi anni è cresciuta la consapevolezza dell'importanza, anche culturale, di un prodotto tipico come il Puzzone? «Sì - risponde il presidente - ma la sua valorizzazione non ha seguito le nostre attese. Purtroppo la grande distribuzione organizzata non capisce lo sforzo che, in queste zone, gli allevatori devono fare per produrre il latte prima e i formaggi poi. Noi siamo dieci soci, disseminati tra Predazzo e Moena, più cinque conferitori. In questi anni, caratterizzati altrove dalla chiusura di molte stalle, qui si è invece manifestato un buon ricambio generazionale all'interno delle varie aziende. Ma il problema è da qui in avanti: se riusciamo a garantire un futuro degno ai giovani, bene; altrimenti sarà difficile continuare».

Serve, spiega Vanzo, che a un mondo fatto prima di tutto di passione si accompagni una equa remunerazione: «Fino a pochi anni fa, questa era sufficiente, ma i 65 centesimi al litro dello scorso anno non sono l'ideale, dovremmo essere almeno a 70-75 per far fonte alle spese di produzione e mantenimento».

Il Caseificio sociale fa parte del Concast-Trentingrana, che vende alla Gdo la maggior parte del prodotto. Ma la cooperativa ha deciso di affiancare a questo canale principale un marketing diretto, con l'apertura anche del nuovo bistrot a Ziano: «Stiamo cercando anche nuove soluzioni per il Puzzone di malga, vendendolo direttamente e tenendo più alto il prezzo di una produzione pregiata e che ha costi più alti. Parliamo di circa 1.200-1.300 forme all'anno, mentre anche per il Puzzone stagionato stiamo cercando di trovare nuovi canali di vendita diretti».

E il mercato dell'ospitalità, capisce cosa sta dietro la produzione del Puzzone? «Sempre di più - risponde il presidente - anche perché in questo settore abbiamo puntato sulla creazione di una figura interna, un addetto giovane che segue solo ristoranti e hotel di Fassa, Fiemme e non solo. Ci abbiamo creduto e i risultati stanno arrivando: se racconti una storia, fai capire cosa sta dietro a un prodotto, i risultati arrivano».

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