Disabile lasciata sul lastrico, imputata la cugina ex tutrice
Un'accusa pesante - peculato - per un comportamento che, se verrà confermato dal processo, si può definire ignobile: aver depredato il patrimonio di una cugina gravemente disabile
Un'accusa pesante - peculato - per un comportamento che, se verrà confermato dal processo, si può definire ignobile: aver depredato il patrimonio di una cugina gravemente disabile. Ora la poveretta, lasciata sul lastrico dall'anziana parente che era stata nominata sua tutrice, non ha più i soldi non solo per i suoi bisogni, ma anche per pagare le rette della casa di riposo dove è ospitata e rischia di essere allontanata.
Imputata per peculato è una 88enne residente nel Bleggio. La donna, oltre dieci anni fa, era stata nominata tutrice di una cugina ora settantenne. Questa aveva gravi problemi, non era in grado di badare a sé stessa e dunque il Tribunale le aveva affiancato una cugina più anziana, l'unica sua parente. Questa avrebbe dovuto, tra l'altro, prendersi cura delle sue finanze.
La vittima pare fosse proprietaria di due appartamenti a Trento. La tutrice avrebbe dovuto venderne uno e con il ricavato ristrutturare l'altro immobile affinché potesse andare ad abitarci la cugina. I soldi rimasti dopo questa operazione immobiliare dovevano essere utilizzati per le esigenze primarie della donna. In realtà pare che gli appartamenti siano stati alienati entrambi, ma del ricavato non c'è più traccia. Secondo l'accusa, quantomeno dal 2005 fino al febbraio del 2013 (quando venne revocato l'incarico di tutela), l'imputata avrebbe prelevato denari dai conti della cugina disabile come dimostrerebbero le indagini condotte dalla polizia giudiziaria sui movimenti bancari. L'imputata per anni l'avrebbe fatta franca riuscendo a dissimulare la reale situazione anche di fronte al giudice tutelare - che verifica il corretto andamento della gestione da parte del tutore - perché la donna avrebbe nascosto le operazioni bancarie fatte a proprio beneficio.
Quando sono emersi gli ammanchi la tutrice è stata immediatamente sostituita. L'incarico è stata affidato all'avvocato Giovanna Frizzi che sta facendo il possibile per recuperare il denaro. È stato avviato anche un procedimento civile che si è concluso con una sentenza che quantifica in 251.990 euro i beni sottratti, somma che l'ex tutrice dovrebbe restituire. Per ora non l'ha fatto ed anzi il recupero per il nuovo tutore si prospetta come una strada tutta in salita. La situazione per la disabile è grave. È ospitata presso una residenza sanitaria e assistenziale della città, ma non ci sono più soldi per pagare la sua retta. Per ora supplisce il Comune che ha anticipato il pagamento delle spese. La poveretta però rischia in teoria di essere allontanata, un'evenienza che la esporrebbe a nuovi scompensi di salute.
Ieri al processo la tutrice si è costituita parte civile attraverso l'avvocato Ilaria Melzani. L'imputata invece è difesa dall'avvocato Maurizio Pellegrini. Il legale dà una versione dei fatti diversa. La difesa sostiene che l'immobile in realtà era uno solo. La somma incassata era inferiore, pari a circa 127 mila euro come indicato nel capo di imputazione. Perché mai non ci sono più? Secondo il difensore il denaro in questi anni sarebbe stato usato per pagare rette ed altre spese della disabile. L'imputata sarebbe in sostanza una pasticciona - perché non ha tenuto il registro delle spese - ma non avrebbe approfittato della cugina. Sarà ora il processo a chiarire cosa è accaduto veramente.