Caccia via i profughi dal bar. La gerente lituana: «Qui non entrano i clandestini»
Polemiche a Breguzzo
«Vuoi vedere che trasferiamo l'apartheid qui da noi, dopo che è finita nel resto del mondo?». Il tono di un residente di Breguzzo è accorato quando ci parla al telefono. D'altronde la notizia è di quelle destinate a sollevare polemiche. E le polemiche hanno fatto da contrappunto pesante a tutta la vicenda dei richiedenti asilo ospitati nella ex Casa Sordomuti di Roncone, che oggi sono accettati, ma la cui venuta è stata osteggiata prima con una rccolta di firme, poi con un comizio del capo della Lega Nord Matteo Salvini, infine sui social. Il fatto di cui è costretta a occuparsi la cronaca è avvenuto pochi giorni fa anche se è stato riferito solo adesso.
«Accade - ci racconta il nostro interlocutore - che la signora che gestisce il nuovo bar situato nelle adiacenze del distributore di benzina posto all'inizio del paese di Breguzzo abbia rifiutato di fare entrare dei clienti. Ovviamente non è casuale che si trattasse dei giovani di pelle nera di base a Roncone, i quali volevano entrare nel bar insieme al loro insegnante di italiano. Il tutto, come spesso accade, si trasforma anche un paradosso perché la titolare è una signora di origine lituana, e dunque immigrata in Italia ma da sempre fra le più decise oppositrici dell'accoglienza dei richiedenti asilo e quando ha visto i ragazzi nigeriani alla porta, ha vietato loro di entrare. Anzi, ha fatto di più: ha chiesto a due avventori presenti in quel momento nel locale di uscire, e subito dopo ha chiuso la porta a chiave».
Inutile sottolineare che la vicenda non è finita qua: infatti l'episodio è stato segnalato ai Carabinieri, non da chi gestisce il progetto dell'accoglienza (che desidera mantenere un profilo basso alla ricerca dell'integrazione), ma da qualche cittadino indignato per l'accaduto, che ha ritenuto inaccettabile il comportamento della signora. E la barista lituana come si difende? Conferma che nei giorni scorsi alcuni profughi, con il proprio maestro di italiano, sono stati fermati sulla porta di entrata del Bar adiacente al distributore di Breguzzo.
Il motivo della mancata entrata nel luogo pubblico dei ragazzi, che come detto erano accompagnati, è dovuto al fatto che nel bar, così ha riferito la barista «non entrano clandestini». La stessa barista conferma la propria visione delle cose anche alcuni giorni dopo l'accaduto: «Nel locale i clandestini non entrano» ci dice, restando fermamente convinta della propria idea ma rigettando l'accusa di razzismo. Ma è chiaro che tale «divieto» ha il sapore di un ritorno a momenti bui della storia dell'umanità.