Tione, perseguita la vicina: condannato per molestie
La richiesta danni, superiore ai 100 mila euro, è stata però di fatto respinta in primo e secondo grado. Ora anche su questo fronte le ostilità continuano in Cassazione
Litigano da quasi trent’anni e da una ventina si affrontano anche nelle aule giudiziarie. Protagonisti dell’ennesima diatriba sono due vicini di casa dai rapporti perennemente turbolenti: un uomo di 67 anni (in questo caso nelle vesti di imputato di stalking, difeso dall’avvocato Mattia Gottardi) e una donna 75enne (costituita parte civile con l’avvocato Fabio Bonazza).
L’imputato era accusato di aver commesso atti persecutori nei confronti della vicina di casa. Nel capo di imputazione gli venivano contestati dispetti, insulti e provocazioni. Fatti non singolarmente gravi, ma molto spiacevoli se reiterati nel tempo e commessi in danno di una persona di età avanzata. Queste condotte infatti - si sottolinea nel capo di imputazione - ingeneravano nella donna «timore per la propria incolumità» e cagionavano nella stessa «un perdurante e grave stato di ansia».
Gli episodi contestati risalgono anche ad oltre 10 anni fa: l’imputato infatti era accusato di aver insultato la sua vicina di casa in ripetute occasioni (18 aprile 2005, 18 aprile 2006, 13 marzo 2007, 4 gennaio 2009, 20 settembre del 2010 e 5 agosto del 2014). In altre occasione l’uomo avrebbe arrecato disturbo alla vicina suonando ripetutamente il campanello di casa e subito allontanandosi furtivamente (episodio che risale al 5 settembre del 2009). Infine l’imputato era accusato di essersi piazzato dietro l’auto condotta dalla vicina di casa incitandola ad investirlo (fatto che sarebbe accaduto il 5 settembre del 2014). Insomma, i rapporti di vicinato erano, e probabilmente sono ancora, burrascosi.
Alcuni dei fatti contestati erano addirittura precedenti all’entrata in vigore della legge sullo stalking. In ogni caso la portata delle accuse è stata ridimensionata dal giudice. Alla fine l’imputato è stato condannato solo per molestie (è venuta meno l’imputazione di stalking) e per i soli episodi del 2014: pena di un mese di arresto. L’uomo dovrà risarcire 2.000 euro alla parte civile, più altri 2.000 euro di spese legali. Il giudice ha vincolato la concessione della sospensione condizionale della pena al pagamento del risarcimento danni: «Su 7 episodi - sottolinea il legale dell’imputato - 5 sono stati dichiarati improcedibili e per gli altri due a nostro avviso non c’era prova perché la stessa parte lesa, sentita in aula, non ricordava l’accaduto».
Questa è solo l’ultima sentenza in un impressionante raffica di querele presentate dalla donna negli ultimi vent’anni. Ci sono state anche altre condanne, ma per ora solo una è passata in giudicato. In sostanza la donna sostiene di essere perseguitata dal vicino. Questo invece nega, convinto che la valanga di querele sia il tentativo di vendicarsi dopo la condanna inflitta anni fa al marito della signora (ora defunto) che aveva affrontato il vicino con un coltello (le lesioni per fortuna furono minime).
Accanto a questo imponente contenzioso penale c’è anche un fronte civile. La donna infatti lamenta di aver avuto gravi danni alla salute in conseguenze degli atteggiamenti del vicino. La richiesta danni, superiore ai 100 mila euro, è stata però di fatto respinta in primo e secondo grado. Ora anche su questo fronte le ostilità continuano in Cassazione.