Il Parco lancia l'indagine #hovistolorso
«Se avete incontrato un #orso e avete voglia di raccontare come è accaduto lasciate un recapito al Parco (info@pnab.it) e verrete contattati. Le cose che ci direte, contribuiranno al proseguimento dell’indagine conclusa nel 2009 in merito agli incontri uomo-orso».
Con l’hashtag #hovistolorso, il Parco naturale Adamello Brenta lancia un appello a tutti coloro che hanno incontrato o visto l’orso affinché raccontino la propria esperienza, di qualunque tipo essa sia. È un’indagine che era già stata condotta dall’Ufficio faunistico del Parco fra il 2007 e il 2009, per un totale di 256 incontri registrati, attraverso una dozzina di domande previste in un questionario, precedute dai dati dell’avvistamento (quando, dove, in quale posizione, in che condizioni di luce, distanza, ecc.).
Il lavoro è stato raccolto poi nella pubblicazione Dal rapporto con l’uomo alle strategie di svernamento: le ultime ricerche del Parco Naturale Adamello Brenta per l’orso (Parco Adamello Brenta, 2013) ed ora, una decina di anni di distanza, con questa nuova indagine si cercherà di capire se e come sia cambiata l’attitudine dell’uomo nei confronti dell’animale.
«Il fine - spiega Andrea Mustoni, coordinatore del settore Ricerca scientifica ed educazione ambientale del Parco - è quello di raccogliere un numero di dati simile a quelli del 2007-2009 per confrontarli e verificare se è cambiata l’attitudine delle persone nei confronti dell’orso, sia essa a favore o a sfavore. La speranza è quella di raccogliere gli interventi più disparati, di “sentire tutte le campane”, anche gli incontri avvenuti la scorsa estate, per capire cosa fa l’orso e cosa fanno le persone al momento dell’incontro. Il fine ultimo - osserva Mustoni - è fare cultura dell’orso in Trentino: una cultura non di parte, sulla base delle cose come sono».
Analizzando i 256 incontri dell’indagine svolta dal 2007 al 2009, in 83 casi l’orso non si era accorto della presenza umana. Nel 58% dei casi l’orso senza prole si era allontanato (con calma nel 34% degli incontri, rapidamente nel 29%), nel 32% dei casi era rimasto sul posto - comportamento che si ipotizza legato a situazione non pericolosa, difesa di cibo o cuccioli, sorpresa -, nel 4% dei casi si era avvicinato e nell’1% aveva simulato un attacco (senza contatto fisico). Nel caso di orse con prole, nel 35% dei casi l’animale si era allontanato con calma, era fuggito rapidamente nel 17%, era rimasto sul posto nel 42% dei casi e si era avvicinato nel 6%.
La maggior parte degli avvistamenti (73%) era avvenuta in ambienti aperti come prati, pascoli, radure, strade o sentieri a distanze variabili: fra i 10 e i 50 metri nel 47% dei casi, a meno di 10 metri nel 34%, ad oltre 100 metri nel 10% e fra 50 e 100 metri nel 9% degli incontri. Nel caso di incontri avvenuti di giorno l’orso si era allontanato con calma nel 77% degli episodi, era fuggito nel 22% e in un caso (1%) aveva messo in atto un falso attacco; nel caso di incontri avvenuti al buio si era allontanato con calma nel 59% dei casi ed era fuggito nel restante 41%.
Fra i tanti aspetti analizzati, dall’indagine emergeva che le reazioni dell’orso all’incontro con l’uomo non sembrano essere particolarmente influenzate dalla distanza, almeno fino al raggiungimento di una «distanza di sicurezza» e che il comportamento dell’animale non sembra essere condizionato dal minore o maggiore silenzio delle persone prima dell’incontro, quanto piuttosto da altri fattori (legati ad esempio al nostro odore).
E intanto c'è chi si preoccupa per la presenza del lupo. Clicca QUI per il video.