Tione ha salutato Franco Primo ragazzo down a scuola
A Tione il 2018 non si è annunciato con la voce allegra del neonato, come vorrebbe la retorica.
Mentre l’eco dei botti si stava allontanando e le luci dell’alba non erano ancora all’orizzonte si è spento nel suo letto Franco Zubani.
Ci sono morti eccellenti (di cui la cronaca si occupa spendendo fior di parole sull’operato di chi ci ha lasciati) e morti di persone semplici, magari sconosciute, ma che comunque un ruolo lo hanno avuto, loro malgrado.
Franco, 58 anni, non era un personaggio. Era un ragazzo down. Chissà perché le persone disabili, nonostante il passare del tempo ed il maturare dell’età, rimangono sempre nel linguaggio comune «ragazzi».
Franco, si diceva, era un ragazzo down. Come racconta il fratello Vincenzo (già sindaco di Tione ed assessore comprensoriale) che con la moglie Franca e le figlie Veronica e Victoria lo ha ospitato amorevolmente per 25 anni e fino all’ultimo respiro, «Franco è stato il primo ragazzo down ad essere accolto nella scuola pubblica sul nostro territorio».
Oggi fa parte della normalità, ma prima quelli come lui rimanevano chiusi in casa (un peso, per quanto accettato e seguito con affetto, sulle spalle esclusive della famiglia) o venivano messi in istituto.
L’inserimento di Franco nella scuola non fu facile, perché la scuola stessa non era pronta ad accogliere le persone in difficoltà.
Tuttavia fu accolto, anche e soprattutto grazie alla mamma, Paola, donna di grande energia che fra l’altro compare fra i fondatori della sezione Anffas delle Giudicarie.
«Andò a scuola, ma poi ottenne pure la licenza di pesca», racconta Vincenzo, che pesca un altro ricordo: «Mio padre provò pure a farlo guidare in campagna».
Se la seconda parte della vita Franco l’ha passata con la famiglia del fratello, la prima parte ha avuto le cure di mamma Paola e papà Giuseppe. La sorella Pia, pur abitando fuori dalle Giudicarie, è sempre stata presente.
«Ci ha insegnato molto Franco - commenta il fratello. - I ragazzi disabili come lui detestano la violenza, per cui ci ha abituati ad un linguaggio e ad un comportamento dolci. E poi devo dire che la sua presenza ha insegnato alle mie figlie ad approcciare qualsiasi tipo di handicap senza difficoltà».
Si faceva voler bene Franco: infatti sia a Tione dove abitava, sia a Darzo, paese da cui viene la famiglia, è sempre stato accettato senza problemi.