Spiazzo, si torna alla normalità Resta chiusa la Val di Borzago
Strade riaperte, massi pericolanti messi in sicurezza e corsi d’acqua rientrati nei loro alvei naturali. Tra oggi e domani il comune torna alla normalità dopo le calamità che hanno colpito le singole frazioni.
Dalla frana di Ches, al capannone scoperchiato a Borzago, dai massi rotolati nei pressi delle case di Mortaso all’esondazione del Rio Re a Fisto e del Rio Vercè a Ches. Decine gli interventi che hanno visto all’opera per più di 24 ore i volontari del corpo dei vigili del fuoco e gli uomini dei Bacini montani e della Forestale. Tutto ha ripreso il suo corso, mentre rimane interrotta, in attesa dei sopralluoghi, la strada che porta in Val di Borzago dove si contano circa 4 mila metri cubi di schianti. In primavera invece si provvederà a installare delle briglie filtranti a monte dei corsi d’acqua.
«Tra vento, pioggia e smottamenti - conferma il vicesindaco Angelo Capelli - gli interventi sono stati diversi, ma grazie alla professionalità e all’intervento immediato dei vigili del fuoco di Spiazzo, dei Bacini montani e dei forestali la situazione è quasi ripristinata».
La mente però va alla serata di lunedì 29 novembre, quando verso le 19.30, in molti hanno ripensato alla frana che, nel ‘66, aveva causato la morte di alcune persone nel piccolo borgo di Ches e non solo. «Abbiamo sentito un grande boato - prosegue Capelli - e poi è venuta giù tutta la colata di massi e fango. Non sappiamo con precisione quanto materiale sia sceso, ma penso che più di 200 metri cubi siano stati portati via».
Per precauzione, anche se solo per poche ore, alcune famiglie sono state allontanate dalle loro case. Il tempo necessario per fare il punto sulla situazione: «Appena siamo arrivati - commenta il comandante dei vigili del fuoco di Spiazzo, Rudy Frigo - c’è stata un po’ di paura perché era saltata la luce, era troppo buio e non si riusciva a capire se la frana avesse coinvolto case oppure no. Quando abbiamo visto che non c’erano danni a persone e cose ci siamo messi una mano sul cuore».
Per tutta la notte la piccola frazione è rimasta isolata: da una parte per la frana sul corso d’acqua che attraversa la ciclabile tra Pelugo e Spiazzo, dall’altra per l’esondazione del Rio Vercè dove «un sasso enorme - spiega il vicesindaco - ha fatto da tappo e il materiale detritico si è riversato in strada con l’acqua che è arrivata fino a Fisto, a Casa Moresc».
C’è voluta una mattinata circa, ma la presenza di uomini e mezzi al lavoro incessantemente hanno permesso di togliere il masso che ostruiva il passaggio dell’acqua e di ripulire la ciclabile tra Fisto e Ches per poter far passare gli abitanti.
Ora la situazione si avvia alla normalità: «Stiamo completando i lavori di invasamento dell’alveo del Rio Vercè - prosegue Capelli - e il fiume scorre nel suo letto. Nella primavera si predisporranno degli studi per poter inserire briglie filtranti a monte dell’abitato di Ches ed eventualmente anche di Fisto».
Ore intense che hanno impegnato tutti su più fronti. «A Borzago il vento forte - spiega il vicesindaco - ha scoperchiato l’ex falegnameria Cozzio, divelto le serre e, in paese, fatto volare qualche tegole. A Fisto il Rio Re si è riversato in strada. A Mortaso alcuni massi sono rotolati nei pressi delle case e nelle ore di massima piena è rimasto chiuso anche il ponte di Spiazzo».
Stanchi e provati volontari e non sono convinti di una cosa: «È andata bene perché, per quanto riguarda la frana a Ches, i sassi che si sono fermati addosso agli alberi e nei prati, hanno deviato la colata detritica altrimenti le cose potevano andare peggio».
Su un’altra cosa non hanno dubbi «nella veste di amministratore - sottolinea Capelli - mi sono reso conto di quanto sia importante sapere che ci sono persone competenti e preparate nei momenti di criticità».
«Ringrazio i miei vigili - gli fa eco Frigo - perché sono rimasti in giro più di 24 ore sotto il maltempo correndo anche qualche rischio e i nostri familiari perché sappiamo bene che, quando un vigile è fuori, il pensiero è sempre lì».