Pra de la Casa sospende l'attività «Per rispetto dell'emergenza»
Con le scuole chiuse, la neve perfetta e il sole splendente, le piste da sci della val Rendena - ma anche di tutto il resto del Trentino - sono prese d’assalto.
A casa da scuola, centinaia di possessori di seconde case si sono riversati in Trentino per un fine settimana sulla neve e molti italiani si sono fatti vedere negli alberghi in sofferenza dopo le disdette, che sono arrivate al 60%, degli stranieri.
In barba al Coronavirus e alle raccomandazioni provinciali. Qualche operatore, dove era possibile grazie alla conduzione famigliare, ha deciso di lanciare un messaggio diverso: a Pra de la Casa, struttura delle Regole di Spinale e Manez in Val Brenta, i gestori Matteo e Doriana hanno deciso di chiudere la struttura per quindici giorni, nella speranza che fra due settimane ci sia un quadro più chiaro sul Coronavirus. E la decisione è stata presa prima che il governo "chiudesse" la Lombardia.
«Carissimi ospiti, amici - hanno comunicato sul proprio profilo Facebook - il rispetto per chi sta lavorando per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e per tutti coloro che stanno dando il massimo per cercare di risolvere questa difficile situazione, ci induce a fare un passo indietro e a chiedere a tutti di fare altrettanto. Riteniamo che i flussi da una regione all’altra dell’Italia favoriscano il trasmettersi di questo virus che comunque la si pensi, sta impegnando strenuamente gli operatori sanitari, infermieri, medici e tutto il sistema sanitario nazionale. Le scuole non sono state chiuse perché le famiglie andassero in vacanza, ma per cercare di contenere i contatti tra le persone e quindi per contenere il diffondersi del virus. Non c’è accordo su cos’è e cosa porterà il Coronavirus. In questo stato di confusione totale, in cui le analisi di professori universitari, virologi, scienziati, sono contrastanti e non riescono a dare un quadro di ciò che sta accadendo e di quello che accadrà, abbiamo deciso di chiudere Pra de la Casa per quindici giorni sperando che in questo lasso di tempo il quadro sia più chiaro e delineato. Un abbraccio a tutti dalla Val Brenta».
Non è possibile per tutti, le grandi strutture con dipendenti devono fare conti diversi, ma il messaggio in un Italia che sembra aver preso le misure contenitive come un tempo per andare in vacanza ha la sua importanza. Anche Manuel Cosi, a Giustino, ha deciso di rinviare i festeggiamenti per i 30 anni del suo agriturismo: «La chiusura completa per gli operatori è impossibile - spiega - perché non possiamo andare al collasso, ma qualche sacrificio lo possiamo e dobbiamo fare: rimaniamo aperti come agriturismo, stando attenti a tenere le misure raccomandate anche per non cadere nell’allarmismo che farebbe altri danni, ma qualche piccolo sacrificio credo per coerenza sia giusto farlo e i festeggiamenti per i 30 anni che avevamo previsto la prossima settimana li abbiamo sospesi. Credo che tutti, anche i turisti che arrivano, debbano tenere nella corretta considerazione quello che sta accadendo, senza panico ma nemmeno pensando che vada bene muoversi anche venendo da zone dove si è chiesto di mantenere i contatti al minimo. Le piste sono più piene che a Natale, non possiamo certo chiedere la carta d’identità o i movimenti ma mi auguro che tutti abbiano riflettuto bene sull’opportunità, a seconda di dove arrivano, di muoversi».