Bufera Bim del Chiese: un dipendente "in comando" invece che per concorso
C’è chi lo ha definito un pasticciaccio: in questi giorni è stata scritta l’ultima pagina. Il Bim del Chiese ha un nuovo dipendente, dopo il pensionamento dell’impiegato storico, Rino Beniamino Bagozzi, che per decenni è stato il volto del Bim. I guai partono proprio da lì.
Il Consorzio dei Comuni del Chiese effettua un concorso nell’inverno scorso per l’assunzione di un assistente amministrativo, proprio in vista del pensionamento di Bagozzi. Partecipazione massiccia, ma arrivano in fondo in pochi. Fra quei pochi (sarebbe un fenomeno interessante da approfondire) i primi due classificati (occupati) rinunciano. Il terzo (disoccupato, ma con una lunga carriera alle spalle di ragioniere e di dirigente aziendale, pochi anni alla pensione) già si frega le mani: «Finalmente torno al lavoro».
Non va così. La segretaria del Bim si impunta: «Meglio il comando da altra amministrazione». Può farlo, anche se è una scelta facoltativa. Il presidente si dice confortato dai pareri di «numerosi segretari comunali e del Consorzio dei Comuni».
30 gennaio 2020: l’assemblea del Consorzio delibera in merito. 4 febbraio: la segretaria dà il via alla procedura di assunzione, attraverso la mobilità. Ma in mezzo c’è la coda del diavolo. La determina salta.
Il 5 febbraio scade il termine per l’affissione all’albo della delibera, cosa che per un disguido interno non accade. Annullamento della determina in autotutela.
In realtà c’è un secondo motivo: è arrivata nel frattempo una diffida del sindacato (in difesa del terzo arrivato) ad annullare la determina.
Il presidente Severino Papaleoni cerca di difendere la scelta. «La struttura del Bim del Chiese, con tutte le scelte di carattere burocratico e di politica sovracomunale da prendere, è fragile».
Più d’uno in quei giorni pronostica: «La patata bollirà automaticamente nella pentola della prossima assemblea, dopo le elezioni del 3 maggio». Poi arriva la pandemia, che blocca tutto, elezioni amministrative comprese. In realtà la patata è finita solo nella pentola del presidente Severino Papaleoni:con l’ultima “cottura” prima di lasciare la cucina.
Per uscire di metafora, c’è un decreto del presidente del Consorzio Bim che accoglie in comando la dipendente del Comune di Borgo Chiese per sei mesi dall’1 novembre al 30 aprile 2021. Carteggio rapidissimo (e poi c’è chi dice che la burocrazia è lenta!) fra Bim e Comune. 27 ottobre: il Bim chiede di avere nel comando l’impiegata; 29 ottobre: il Comune risponde positivamente. 30 ottobre: il presidente decreta.
E l’assemblea? Non ne sa nulla. «Calma – mette i puntini sulle i Papaleoni – perché questo è un decreto dell’esecutivo. E’ solo un comando. Ragazzi, volete che il Bim vada a gambe all’aria? Potevo sbattermene, sia chiaro, ma ho pensato di intervenire con un comando. Andato in pensione Bagozzi, che fare? Dovevo fare una sostituzione: potevo farla di due mesi di tre o di sei come ho fatto, per dare il tempo all’Assemblea di prendere le decisioni. Tenete presente che la struttura del Consorzio è tutta precaria».
Vero. Perciò era stato fatto il concorso. Ma se poi non se ne tiene conto... Si capisce che Papaleoni ha voglia di togliersi qualche sassolino dalle scarpe: «Cosa vogliamo dal Bim? Voi dite sempre che è un bancomat, ma in realtà, a differenza di molti Bim, fa bandi per il benessere e lo sviluppo della comunità, come recita lo statuto. Può fare di più? Certo, ma devono deciderlo le Amministrazioni comunali, che devono avere un vocabolario comune. Il Bim non è la Provincia, ma un Consorzio dei Comuni. Discutano i sindaci, decidano e poi modifichino lo statuto. Può fare altro? Sì. Per esempio occuparsi degli appalti. Ma non può farlo con la struttura attuale».