Un tir carico di aiuti per l'Ucraina è partito dalla val Rendena
Sono 27 i bancali colmi di medicine, cibo, vestiti e coperte: l'arrivo in Polonia è previsto per il 7 aprile, poi avverrà la distribuzione ai profughi
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TRENTO. Il tir carico di 27 bancali è partito alla volta di Varsavia, dove poi varcherà la frontiera in sicurezza, in quel container tutta la solidarietà che la val Rendena ha saputo esprimere in un mese di raccolta di generi di prima necessità, ma anche donazioni in denaro.
A coordinare le operazioni di raccolta due operatori turistici di Madonna di Campiglio, che a vario titolo hanno contatti di carattere famigliare con i paesi dell'est europeo, Ganna Vivchar, che con il marito Matteo Antionioli gestisce l'hotel Savoia a Madonna di Campiglio e Franco Luconi Bisti per 30 anni comandante dei vigili del fuoco volontari della località.
Anche altre persone e realtà hanno collaborato, moltissime, tanto che risulta difficile enumerarle tutte, sia a titolo personale, che per conto di associazioni e realtà diverse, come gli scout di Pinzolo, la protezione civile di Pinzolo, con il comandante Emmanuele Cunaccia, i punti vendita Verde e Blu della Coop della valle, insomma una gara di generosità che ha coinvolto una intera comunità: dalle realtà commerciali, agli albergatori di Madonna di Campiglio, ai medici di Tione, fino ai comuni della Rendena, alle associazioni.
Due bancali sono serviti soltanto per i medicinali e poi indumenti, generi alimentari, prodotti per l'igiene personale e per i bambini e gli anziani, coperte, lenzuola. Il tutto sistemato e suddiviso per categorie in modo da facilitare il lavoro di chi dovrà operare lo smistamento.Domani il carico arriverà a Varsavia, viaggiando attraverso Austria e Germania, a quel punto saranno due gli incaricati a distribuire gli aiuti: un sacerdote, padre Viaceslav, che si incaricherà di rifornire gli ospedali e le aree più vicino al fronte di Kiev e Vasyl, il fratello di Ganna che invece girerà i piccoli villaggi attorno a Leopoli, dove si sono rifugiati i civili che sono riusciti a fuggire dalle zone calde ad est del paese.
Poi ci sono le donazioni in denaro con le quali padre Viaceslav potrà acquistare tutto ciò che in Italia non si trova: scarpe e caschi per i soldati, i prodotti cicatrizzanti per le ferite.Ganna Vivchar ringrazia tutti, in primis il sindaco di Pinzolo Michele Cereghini, l'assessora alle politiche sociali Laura Rossini e tutta la giunta comunale: «Per tutti noi vissuti in pace è difficile capire l'inferno che sta vivendo la mia popolazione, ma devo dire che in linea di massima ho trovato tanta disponibilità - evidenzia - e perfino iniziative personali commoventi in termini di generosità».