Sempre più grave la crisi delle stalle: c'è chi vende le vacche da latte e chi vuole diversificare
Nelle Giudicarie Esteriori c'è chi ha cominciato a vendere le vacche da latte. E non si tratta di un piccolo allevamento, considerato che l'azienda Carloni conferiva più di sessanta quintali di prodotto al giorno alla Latte Trento
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GIUDICARIE ESTERIORI. Hanno lanciato ripetute grida d'allarme, hanno chiesto interventi della Provincia, hanno incontrato i vertici per spiegare che i costi di gestione stanno salendo dalle stalle alle stelle. Preoccupazioni sacrosante, o era un modo per abbaiare alla luna?
Stiamo parlando degli esponenti del mondo della zootecnia e della produzione e distribuzione del latte. A ben vedere si direbbe che non era un abbaiare alla luna. Infatti da qualche tempo arrivano notizie di allevatori che chiudono le stalle o che comunque cominciano a vendere il bestiame.
Nelle Giudicarie Esteriori (l'ambito del territorio giudicariese che storicamente è vocato all'agricoltura) c'è chi ha cominciato a vendere le vacche da latte. E non si tratta di un piccolo allevamento, considerato che l'azienda Carloni conferiva più di sessanta quintali di prodotto al giorno alla Latte Trento.
L'allevamento andrà avanti con il bestiame giovane, ma ora ha deciso di liberarsi dei capi da latte.Un'altra azienda che ha preso una direzione diversa da quella tenuta finora riguarda la famiglia Toccoli, che aveva un consistente allevamento di alcune centinaia di capre nel Bleggio e che ha chiuso i battenti. Anche questa era un'azienda fornitrice di Latte Trento, con una quindicina di quintali di latte al giorno conferiti.
Dietro ad ogni scelta c'è una motivazione personale e ci sono strategie aziendali. È fuori dubbio che il momento aiuta a prendere decisioni radicali. Ormai in ogni settore dell'economia il ritornello più cantato è quello che parla dell'aumento smisurato dei costi delle materie prime e dell'energia elettrica: il settore zootecnico non è certo estraneo a simili inconvenienti.
Allora c'è chi getta la spugna e chiude i battenti (per la cronaca si vocifera di un'altra azienda delle Giudicarie Esteriori che sarebbe in procinto di abbandonare) e c'è chi, come Carloni, cerca di diversificare, magari pensando ad un'attività agrituristica. Insomma, si sta vivendo una fase assai delicata in cui si vedono in giro facce preoccupate e si avvertono voglie di ripensamenti.