Massacrato di botte per 15 euro. L'aggressore finisce a processo

Il tutto è avvenuto davanti agli occhi della mamma della persona picchiata

Ricoverato in ospedale per un presunto debito di 15 euro, medicato e poi dimesso con prognosi di guarigione di una trentina di giorni. È stata una serata da incubo quella vissuta da un venticinquenne della val di Cembra, aggredito da un suo conoscente marocchino - pure lui ventenne  ed ora imputato nel processo - per conto di un altro ragazzo, con cui avrebbe avuto incomprensioni relative alla somma di denaro che gli sarebbe stata dovuta per un favore.

La vicenda, sulla quale si cerca di far luce in un’aula del tribunale, risale ad una sera di marzo dello scorso anno. Erano le 23 circa quando suonò il campanello della casa in cui vive la vittima. Ad aprire la porta era stata sua madre, 65 anni: venne spintonata con violenza dall’aggressore che cercava con ogni mezzo di infilarsi nell’abitazione; cercando di intervenire nella discussione fra il figlio e lo sconosciuto straniero, la donna venne da quest’ultimo minacciata. «Se non la smetti ti violento», le aveva detto.

Davanti agli occhi della donna si era consumata l’aggressione: la vittima venne massacrata, colpita ripetutamente al corpo ed al viso, finché non divenne una maschera di sangue. Nel corso dell’udienza di ieri, davanti al giudice Marco La Ganga, è stata disposta la perizia di un medico legale per valutare la gravità delle lesioni. Quando avvenne l’aggressione, tra l’altro, l’imputato avrebbe dovuto trovarsi a casa propria: sottoposto a provvedimento del questore, aveva l’obbligo di non uscire prima delle 6 e di non far ritorno oltre le 22.

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