Si dimettono in otto consiglieri A Lona Lases arriva il commissario
Il consiglio comunale di Lona Lases è decaduto. Per effetto delle dimissioni rassegnate in municipio ieri mattina da otto consiglieri, il sindaco Marco Casagranda è costretto a fare un passo indietro ed a lasciare il suo ufficio ad un commissario che verrà nominato nei prossimi giorni dalla giunta provinciale. Sarà lui a portare avanti la gestione del comune fino a nuove elezioni, quelle che erano previste per il prossimo autunno. Il gruppo di consiglieri che ha maturato questa decisione è lo stesso che, la scorsa primavera, aveva già minacciato di rimettere il proprio mandato nelle mani del primo cittadino. Si tratta di Carlo Micheli, assessore alla sanità agricoltura e commercio della giunta Casagranda, Giuliana Cagnoni, Emanuela Libardi e Fiore Libardi per il gruppo di maggioranza. Insieme a Fabio Fedrizzi, Ivano Avi, Mara Tondini e Piermario Fontana per il gruppo di minoranza.
In quel caso il gesto funzionò, perché venne convocato il consiglio comunale per approvare la delibera contenente la proposta di fusione con il comune di Albiano. Anche se poi il referendum popolare diede esito negativo. Questa volta è diverso: non si tratta di mettere alle strette il sindaco, quello che il gruppo di consiglieri ha fatto è un passo definitivo. Lo scrivono chiaramente nelle motivazioni allegate alla lettera di dimissioni: «Consapevoli delle responsabilità che il lavoro consiliare comporta per poter amministrare correttamente il nostro Comune, preoccupati dalla condotta dell’attuale amministrazione, ci sentiamo in dovere di rimettere il nostro mandato in mani di persone più competenti e preparate, fiduciosi che la situazione migliori e che le criticità trovino opportuna efficace soluzione». Insomma, piuttosto che andare avanti così preferiscono che sia un commissario ad occuparsi dell’amministrazione. E le accuse che muovono nei confronti del sindaco sono pesanti, perché parlano di «scarso coinvolgimento e scarsa democraticità che caratterizzano la sua condotta». «È evidente - scrivono - la disgregazione del gruppo consiliare di maggioranza, che in più occasioni ha necessitato della collaborazione dei componenti di minoranza per avere il numero legale e poter proseguire nell’attività amministrativa che altrimenti sarebbe rimasta bloccata. Questa situazione si protrae da troppo tempo».
«Qualcuno di noi, deluso dall’esito del referendum per la fusione dei comuni, avrebbe voluto andare a casa subito dopo» racconta l’ormai ex assessore Carlo Micheli. «Ma abbiamo deciso di aspettare per vedere come si sarebbe comportata l’amministrazione comunale per realizzare ciò che aveva promesso ossia per avviare il processo di gestione associata. Ma non si è mosso nulla». Stessa cosa per quanto riguarda le problematiche legate al settore del porfido: «Fa male vedere come il settore sia stato lasciato andare - si legge nella lettera di dimissioni - in una gestione a diro poco rassegnata e di quanto sia stata sottovalutata l’importanza della programmazione mineraria».
LA REPLICA DEL SINDACO
«È stata una sorpresa in maniera assoluta questa delle dimissioni di otto consiglieri comunali. Dimissioni che considero ingiustificate e immotivate, una vendetta da parte di piccoli uomini». Il sindaco Marco Casagranda non si aspettava una mossa così eclatante da parte del gruppo di consiglieri - quattro della «sua» maggioranza ed altrettanti del gruppo di minoranza - che gli stava dando filo da torcere da qualche mese ormai. Era in municipio ieri mattina alle otto e li ha incrociati negli uffici mentre rimettevano il proprio mandato nelle sue mani facendo decadere l’intero consiglio. Quelli, anche se ancora non lo sapeva, erano i suoi ultimi momenti da sindaco del paese, perché ora la gestione dell’amministrazione comunale spetterà ad un commissario. In attesa delle nuove elezioni, previste per l’autunno. Appuntamento che - già lo annuncia - lo vedrà di nuovo candidato.
«Siamo un comune che ha fatto dieci cantieri, una squadra di calcio, appianato tutti i mutui e investito con l’illuminazione pubblica a led - racconta Marco Casagranda - Credo che la situazione non sia mai stata così florida e siamo riusciti a creare una coesione sociale che prima non c’è mai stata. Questo è l’ultimo colpo di coda dell’odio della politica».Il sindaco ritiene immotivate le spiegazioni che gli otto consiglieri hanno messo nero su bianco nella lettera di dimissioni, crede invece che questa sia «soltanto una mossa elettorale, preparatoria per le elezioni di quest’autunno». «È una piccola vendetta per l’esito negativo del referendum sulla fusione che loro avevano proposto: ma alla fine vince la democrazia, infatti li abbiamo battuti». Casagranda risponde alle accuse secondo le quali non avrebbe fatto nulla sulla gestione associata parlando di un incontro in programma con Sover, Segonzano, Albiano e Bedollo. «Ormai non si farà, ma se uno non partecipa alla giunta queste cose non le può sapere». Ribatte parlando di «assenze» e «menefreghismo» e afferma: «Non mi fermo, avevo già la mia lista a maggio con un progetto condiviso. Ci saremo».