Torna la primavera e riecco i diserbanti
«Siamo alle solite: è primavera e i diserbanti provocano la solita strage di api». A lamentarsi, con giusta ragione, sono gli oltre cinquanta apicoltori che praticano la loro attività nel quadrilatero racchiuso tra Lavis, Faedo, Bassa Anaunia e Paganella, includendo i prati fioriti dei vigneti rotaliani e dei meleti della val di Non.
Lunedì scorso, mentre un contadino stava cospargendo di diserbante il prato di sua proprietà adiacente ad una batteria di arnie, un apicoltore ha richiesto l’intervento dei carabinieri che nulla possono dinanzi ad una grave lacuna legislativa: la legge provinciale, infatti, vieta l’uso di qualsiasi antiparassitario nel periodo della fioritura, proprio per evitare la moria delle api. Però, non prevede alcun tipo di sanzione per i trasgressori: «Purtroppo questo vuoto legislativo ci penalizza - esordisce Marco Facchinelli, presidente dell’associazione degli apicoltori trentini che annovera circa trecento associati - ma non è giusto puntare il dito contro i contadini».
C’è qualcuno che se ne infischia, è vero, ma la maggior parte degli agricoltori, a detta di Facchinelli, rispetta la legge. «Chi, invece, non pare nemmeno a conoscenza del divieto, sono i cantonieri, gli operai di Comuni e delle ferrovie che cospargono le aiuole dei giardini, i bordi e le scarpate di strade e binari, senza sapere quale ingente danno provocano all’ambiente, prima di tutto, e all’apicoltura».
Facchinelli intende il danno a un ecosistema già compromesso, con le sostanze velenose dei diserbanti che filtrano nelle falde acquifere: «La legge, come dicevo, lascia il tempo che trova e devo ammettere che con i tecnici agrari dei vari consorzi vitivinicoli e ortofrutticoli abbiamo ottimi rapporti di collaborazione. Loro avvisano sempre i contadini del divieto e sono molto attenti nei confronti del nostro lavoro - aggiunge Facchinelli - che è un valore aggiunto all’agricoltura ed una reale risorsa per l’economia trentina».
Del miele e di come esso viene prodotto, però, spesso ci si dimentica. Il miele trentino è un’eccellenza nel panorama italiano di questo settore: numerosi premi e riconoscimenti sono stati assegnati ai nostri apicoltori per il livello di ottima qualità raggiunto dai loro prodotti.
Però, gli antiparassitari usati in esagerazione potrebbero compromettere questi successi conseguiti dall’apicoltura trentina ed anche nei giardini privati il diserbante impiegato causa la morte di migliaia di api. L’associazione degli apicoltori insiste nel cercare una risposta in Provincia, che però mai non arriva: «Noi non possiamo fare nulla. Speriamo solo che presto sia rivista la normativa, soprattutto per la fioritura presente nelle zone incolte, lungo le strade e le linee ferroviarie. Non è facile riscontrare nelle istituzioni pubbliche quella collaborazione e quel dialogo costante che si è instaurato tra noi e le associazioni agricole».
Il veleno può causare la morte di un numero compreso tra il 50 e 70 per cento di un allevamento di api e, in definitiva, l’avvelenamento di un alveare a primavera va a compromettere l’intera stagione con un danno ambientale ed economico rilevante.