Cava, attività sospesa: ora il Comune ci ripensa
La Anesi srl può ricominciare a lavorare nel lotto numero 4 in località Pianacci. Lo ha deciso la giunta comunale guidata da Marco Casagranda, che il primo luglio ha revocato la sospensione della concessione mineraria, emessa un mese prima dopo il sopralluogo del perito del Servizio minerario della Provincia, Umberto Oberosler.
L’ispezione aveva accertato, raffrontando lo stato dei luoghi con una documentazione fotografica risalente a gennaio, che sul vicino lotto 3, inattivo ma coltivato dalla Diamant Porfidi fino alla revoca della concessione scattata nel settembre scorso, si era verificato un notevole distacco di roccia dal fronte cava (oltre 8mila metri cubi) e che gran parte di questo materiale (almeno 2.500 metri cubi) si trovava però depositato all’interno del lotto 4, pronto per essere lavorato.
Inoltre, il perito aveva verificato che nei mesi precedenti erano state brillate tre volate di mine senza darne l’obbligatoria comunicazione al Servizio minerario: immediata, da parte della Provincia, la sanzione di 2 mila euro e la trasmissione del verbale al sindaco di Lona Lases. Che non aveva potuto fare altro che ordinare la sospensione dell’attività, in sostanza per esercizio abusivo dell’attività estrattiva su un’area dove non si poteva lavorare (il lotto ex Diamant). La sospensione era determinata in 45 giorni, entro i quali verificare se esistevano i presupposti per la revoca della concessione.
Bene, secondo quanto scritto nella delibera del 1° luglio, questi presupposti non ci sarebbero. E questo perché i rilievi planoaltimetrici disposti dalla giunta per calcolare i volumi di roccia abbattuti nel 2016 nel lotto 3, avrebbero concluso che «non sembra emergere in maniera certa che vi sia stata sottrazione di materiale roccioso appartenente al lotto 3, ma movimentazione tra gradoni», e che «non è possibile stabilire in maniera precisa in che misura il materiale appartenga al lotto 3 o alle volate provenienti dal lotto 4». In ogni caso, la giunta si lascia una porta aperta, puntualizzando che «se da ulteriori accertamenti emergeranno elementi di colpa, questi ultimi verranno valutati anche ai fini del mantenimento del rapporto contrattuale».
Ma intanto, per evitare ricorsi «paventati dalla ditta concessionaria» e il mancato introito dei canoni, la Anesi srl può tornare ad operare, tenendosi il materiale movimentato dal lotto 3, che dovrà essere pagato a canone raddoppiato.