Cembra, scuole non riscaldate Scontro fra impresa e Comune
Le scuole elementari e medie di Cembra ad oggi non possono essere riscaldate.
Le scuole elementari e medie di Cembra ad oggi non possono essere riscaldate. La questione è ormai di emergenza visto il drastico calo delle temperature di questi giorni e riguarda pure gli uffici comunali. Il problema non è la mancanza di combustibile o il blocco di una caldaia, noie ricorrenti - ma risolvibili - quando vengono rimessi in fuzione gli impianti dopo la stagione estiva.
A lasciare al freddo scolari, docenti ed impiegati in ultima analisi è il braccio di ferro in atto fra il Comune di Cembra Lisignago e la ditta Pyro-Max srl sull'impianto di cogenerazione a biomassa realizzato in zona Campagna Rasa. Un muro contro muro che ha portato il Comune a denunciare la ditta per interruzione di pubblico servizio e la ditta stessa a ribattere che la fornitura di energia per edifici comunali in base al più recente orientamento giurisprudenziale non possa qualificarsi come servizio pubblico.
Nei fatti, con Pyro-Max che da contratto ha la gestione dell'impianto e che più volte ha detto e scritto che non lo accenderà (come fatto negli ultimi due anni) finché il Comune non le verserà pretesi canoni di manutenzione e conduzione pregressi per 75 mila euro, tutti gli edifici comunali collegati dalla rete di teleriscaldamento sono destinati a rimanere al freddo.
La cosa è vera in particolare per le scuole medie (nella foto), dove la vecchia caldaia non era più a norma ed è stata quindi dismessa. Ma anche alle scuole elementari c'è poco da stare allegri visto che la caldaia a metano ed il relativo impianto presenti, per essere rimessi in funzione necessitano di alcuni interventi (e relative spese) che non possono essere compiuti dall'oggi al domani.
«Noi abbiamo sporto denuncia - conferma il sindaco - ma siamo disponibili a ritirarla se Pyro-Max si mostrerà ragionevole. Se ciò non dovesse essere, procederemo nel giro di un paio di giorni con il piano B (a noi non illustrato, peraltro, ndr) per non lasciare al freddo scuole e municipio».
Ad inasprire i già tesi rapporti fra Comune e Pyro-Max dopo la diffida rimasta lettera morta ad avviare l'impianto entro il 1 ottobre inviata dal sindaco Damiano Zanotelli, ha contribuito il tentativo da parte del Comune di farlo partire per la parte della caldaia che alimenta il teleriscaldamento, rivolgendosi ad una ditta esterna. Tentativo che è fallito, perché il sistema dell'impianto è protetto da password che sono nell'esclusiva disponibilità di Pyro-Max.
«Ci è stato chiesto telefonicamente di fornirle - sostengono Roberto Mazzolini e Andrea Bassetti - ma questo non è pensabile, visto che quelle password tutelano anche il nostro know-how. Senza contare che c'è un contratto in vigore che stabilisce che i gestori dell'impianto siamo noi. Spiace anche a noi che gli scolari stiano al freddo, ma se il Comune ci avesse pagato i canoni degli ultimi due anni, il problema non sarebbe sorto». Di tutt'altro avviso, naturalmente, il sindaco Damiano Zanotelli: «I canoni arretrati che Pyro-Max pretende, si giustificherebbero a fronte di una produttività dell'impianto che in realtà non c'è ancora stata. Il Comune ha pagato profumatamente l'opera e finché il suo funzionamento non produrrà introiti per le casse comunali non intende sborsarne altri».
Insomma, per il momento i margini di conciliazione fra le parti sembrano inesistenti. Chissà che il freddo (con le possibili conseguenti incavolature della popolazione) non porti consiglio da entrambe le parti.