Roveré: contro il piromane si punta sulle telecamere
A Roveré della Luna da mesi sta imperversando un piromane. Uno scriteriato, che senza alcun motivo preciso appicca le fiamme a un insieme eterogeneo di costruzioni e che, purtroppo, con il passare delle settimane ha alzato sempre di più l’asticella.
Questa è la convinzione dell’amministrazione comunale ed anche delle forze dell’ordine, che ora - dopo l’incendio che ha danneggiato, fortunatamente in maniera lieve, la palazzina Itea di via Trento - stanno cercando di risalire al responsabile dell’odioso e pericolosissimo gesto.
Riuscirvi, non sarà però affatto semplice. La zona, nella parte meridionale dell’abitato, vicino alla campagna coltivata a vigneto, non è infatti centrale e pare che nelle immediate vicinanze non vi siano impianti di videosorveglianza: né attorno allo stabile né nei pressi.
Niente aiuti da possibili immagini, come non ne arriveranno neppure dall’analisi degli apparecchi cellulari agganciati alla cella che copre Roveré della Luna: troppe le utenze che si dovrebbero poi vagliare, praticamente l’intero paese e più.
Non resta dunque che sperare in qualche passo falso da parte del responsabile o dei responsabili dell’incendio di martedì sera: anche se fino ad ora non sono arrivate indicazioni in questo senso, la speranza che qualcuno abbia potuto vedere una persona o più persone avvicinarsi al complesso residenziale nella notte dell’incendio è comunque da coltivare.
Nel frattempo, mentre procedono le indagini sull’ultimo episodio, i rappresentanti dell’amministrazione comunale e delle forze dell’ordine, proprio per prevenire ulteriori casi e fermare la mano che potrebbe essere la stessa per tutti i casi di questi mesi, fin da ieri hanno iniziato a valutare la possibilità di predisporre una rete di telecamere che possa coprire il territorio comunale del centro della Piana Rotaliana. Solo una delle possibilità che si stanno vagliando in queste ore per fronteggiare una serie di episodi fattasi ormai preoccupante: prima dell’incendio di martedì sera c’era stato infatti quello della vigilia di Natale, il 24 dicembre in cui a bruciare era stata una legnaia.
La stessa, peraltro, che era già stata data alle fiamme nell’ottobre dell’anno scorso, quando i vigili del fuoco volontari di Roveré, Mezzocorona e Mezzolombardo oltre ai permanenti di Trento avevano dovuto affrontare il rogo di un deposito di legna contiguo ad una casa disabitata, sempre in via Trento come nel caso della palazzina Itea, ma questa volta all’inizio della via, al civico 6.
Anche allora le fiamme divamparono di notte, verso mezzanotte e mezza e fortunatamente, come nel caso della palazzina dell’altro ieri, l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco avevano permesso loro di intervenire quando ancora l’incendio non si era ancora propagate all’intero immobile. Anche in quel caso l’ipotesi del dolo era apparsa subito come la più valida.
In maggio a bruciare era stato un fienile, mentre in piena estate, ad inizio agosto, Maria Pia Inama aveva rischiato di morire nella sua abitazione di via Guglielmo Tell, salvata dall’intervento di Stefan Iusco.