Castel Belfort, restauro avanti a piccoli passi
Castel Belfort è uno dei tanti sogni rimasti nel cassetto delle varie amministrazioni comunali che si sono succedute nell’ultimo ventennio.
Del risanamento dell’antico maniero che appartenne alla nobile famiglia degli Alt Spaur di Spormaggiore, esistono interessanti progetti di fattibilità, ma mancano, purtroppo, le risorse finanziarie.
L’idea di recupero di Castel Belfort prevede di mantenere inalterata la rovina e di ricorrere alla tecnica denominata «Box in the Box», con l’inserimento di volumi in acciaio e vetro nelle sale e nei cortili esistenti.
Il rudere potrebbe essere trasformato in un centro convegni con sale idonee ad ospitare anche mostre, eventi culturali, un Info-point turistico e mettere a disposizione della collettività una struttura di rilevante importanza storica. Con questo intervento i ruderi della vecchia fortezza, distrutta nei secoli addietro da un violento incendio, non sarebbero solo una testimonianza storica dell’altopiano, ma potrebbero a tutti gli effetti divenire un’attrazione culturale della Paganella.
Tra l’altro il castello sorge in una posizione panoramica favolosa che offre la vista sull’intera val di Non. Per favorire la vista panoramica, l’architetto Andrea Revolti di Trento, che si laureò presentando proprio la sua tesi sul possibile recupero di Castel Belfort, ha predisposto un progetto per la costruzione, all’interno della torre, di una scala a chiocciola su cinque livelli. In cima alla torre, utilizzando la merlatura esistente come parapetto, si potrebbe realizzare una piattaforma panoramica senza alcun impatto visivo sull’edificio.
Due anni fa sono terminati i lavori di consolidamento della torre e di messa in sicurezza dell’edificio, proprio per consentirne l’apertura ai visitatori poiché l’accesso era stato vietato per il pericolo di possibili crolli.
Lavori che sono costati all’incirca 400.000 euro, ma che hanno conferito all’altopiano un simbolo di storia trentina e una caratteristica e accogliente immagine di benvenuto a tutti i turisti. Per completare il progetto di restauro e l’inserimento dei box nell’edificio, servirebbero pressapoco 1,8 milioni di euro.
«Come da accordi assunti con la Provincia al termine del primo lotto per la messa in sicurezza della torre - racconta il sindaco Mirco Pomarolli - avevamo avanzato la richiesta di un altro finanziamento per partire con il secondo lotto che prevede il consolidamento del muri perimetrali». Però, nel bilancio provinciale, è stato soppresso il capitolo di spesa relativo alla ristrutturazione di castelli e fortezze. E allora, come pensate di racimolare il denaro per realizzare il vostro sogno?
«Dovrebbe uscire un bando per accedere ai contributi europei destinati al recupero di beni del patrimonio storico culturale. L’intenzione è quella di procedere con lotti funzionali, del valore di 300.000 euro ciascuno, in maniera di compiere un recupero graduale dell’edificio».
E chissà che i sogni di Spormaggiore non possano, se arriveranno i soldi dall’Unione europea, diventare finalmente realtà.