La "Via Imperiale" riscoperta Percorso turistico di 17 km
Anche la storia, la toponomastica e le antiche vie di collegamento possono contribuire efficacemente alla promozione turistica, tanto da far balzare l’idea a Valentina Zeni di confezionare il progetto della «Via Imperiale», un antico percorso che univa le valli di Anaunia al Banale.
Valentina Zeni ha coinvolto nella sua idea l’associazione Cavedago Vacanze, da lei presieduta, e ha presentato il progetto al «Bando della memoria 2016», indetto dalla Fondazione Caritro.
Ha trascinato con entusiasmo nelle sue ricerche la storica Alessia Zeni, il referente della biblioteca intercomunale della Paganella Graziano Cosner, la ricercatrice forestale Elisa Bottamedi per risalire ai confini catastali e lo scrittore-naturalista Maurizio Fernetti, istruttore di Nordic Walking.
Il team di esperti e professionisti ha elaborato il progetto, premiato dalla Fondazione Caritro proprio per il suo importante valore storico e Valentina Zeni spiega di che si tratta: «Vuole essere un incontro reale e virtuale fra natura, arte e tradizioni montane. Il progetto ha lo scopo di valorizzare e promuovere la storia, il territorio e le comunità montane della cosiddetta «Via Imperiale», un antico tracciato di origine medievale che, attraverso i secoli, ha rappresentato un importante asse di collegamento con la Via Francigena.
La promozione ha due canali preferenziali: uno reale e uno virtuale. Se da un lato, infatti, è stata realizzata una piattaforma multimediale contenente una mappa interattiva che permette di approfondire la storia, gli usi e costumi della zona interessata attraverso una navigazione virtuale, dall’altro il reale percorso boschivo è stato arricchito da segnaletica e pannelli informativi in prossimità di ogni monumento».
La storica Alessia Zeni aggiunge che la strada si chiama «Via Imperiale», come sta scritto in un antico documento risalente al 1605. «Fu anche denominata “Via del Banale” perché dalla località di Deggia, salendo verso l’altopiano della Paganella, giungeva attraverso la valle dello Sporeggio al bivio della Santa, a Cunevo, dove qui proseguiva la «Via Traversara». Il collegamento tra Sporminore e Molveno è, per l’appunto, una ramificazione della «Via Traversara» che, per secoli, ha rappresentato l’asse di collegamento tra il Garda con il Tirolo. Per giusta informazione, la «Via Traversara» è quella che, partendo dall’Alto Garda, corre lungo tutte le Giudicarie, Paganella e val di Non e che, valicando il passo Palade, finisce in val Venosta. La «Via Traversara» è di età medievale, anche se molti studiosi ritengono che parte del tracciato sia di origine romana. Questa ipotesi non è stata confermata dalla Sovrintendenza di Trento, per cui manteniamo l’origine medievale. La mia ipotesi è che questi tracciati siano stati sistemati con la fondazione della contea del Tirolo ad opera del conte del Tirolo Mainardo II° nella seconda metà del XIII secolo».
La «Via Imperiale» parte dalla Piazza Anaunia di Sporminore e arriva in via Lungolago, a Molveno. Lungo il suo percorso di 17 chilometri si incontrano vari monumenti storici, come i resti di Castel Sporo-Rovina a Sporminore, di proprietà dell’antica famiglia Spaur (XII secolo); Castel Belfort a Spormaggiore, con la sua antica torre del 1311; la chiesa di San Tommaso apostolo a Cavedago (fine XIII secolo); un antico crocefisso in pietra nella località Maso Pegorar di Andalo; la chiesa di San Vigilio, a Molveno (sempre del XIII secolo).
Per far conoscere la «Via Imperiale» è stata organizzata alla fine di agosto una passeggiata ecologica nella quale gli escursionisti sono stati accompagnati da Maurizio Fernetti ed ora il progetto prosegue con un ciclo di serate informative e ulteriori ricerche sull’origine della strada, percorribile anche con la Mtb e inserita nel circuito Dolomiti di Brenta Bike.
Valentina Zeni informa che il progetto è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione Caritro, delle cinque amministrazioni comunali dell’altopiano, della Comunità Paganella, dell’Apt di ambito, del Parco faunistico di Spormaggiore della cassa rurale delle Giudicarie.