Andalo, una targa in onore del brigadiere Monaco
Cerimonia solenne nella caserma dei carabinieri di Andalo, in ricordo del brigadiere Ottavio Monaco, martire dell’Arma ucciso nel 1943. Dinanzi al comandante della Legione carabinieri Trentino Alto Adige, generale di Brigata Massimo Mennitti, al comandante provinciale Luca Volpi, al comandante della compagnia di Cles Nunzio Stanco, ai sindaci e alle massime autorità dell’altopiano, è stata scoperta la targa dedicata al brigadiere, padre della nota ristoratrice Maria Luisa Monaco, che vive a Molveno. A far gli onori di casa, il luogotenente Loris Moretto, comandante della stazione di Andalo, con il sindaco Alberto Perli.
Il brigadiere Monaco nacque a Cantalice, un paesino in provincia di Rieti, il 14 dicembre del 1923; dopo aver frequentato l’istituto magistrale, coronò il sogno di arruolarsi nella Benemerita. Ottavio Monaco arriva a Bolzano alla fine degli anni Trenta e qui conosce Amedea Meneghini, una ragazza di Molveno che lavora nel negozio della zia. I due si innamorano e si sposano prima di trasferirsi a Resia, dove il brigadiere Monaco prende il comando della stazione dei carabinieri. Lassù nasce Maria Luisa, l’unica figlia, che però non ricorda il volto di suo padre perché troppo piccola quando egli morì.
E’ l’8 settembre 1943 quando il capo del governo italiano, Piero Badoglio, proclama l’armistizio firmato con il generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
Tutti i vertici militari, re Vittorio Emanuele e lo stesso Badoglio fuggono dalla capitale ed è il caos totale all’interno delle Forze armate. In Alto Adige, le squadre di filonazisti non avevano mai gradito la presenza sul loro territorio dei carabinieri e così invasero le caserme mettendo in fuga gli uomini dell’Arma.
Anche a Resia, poco prima dell’alba nella notte tra l’8 e il 9 settembre, alcuni abitanti della zona, che però indossavano uniformi naziste abbandonate dai soldati tedeschi in ritirata, assalirono la caserma. I carabinieri fuggirono tranne il brigadiere Monaco che, ligio al suo dovere, preferì farsi trucidare piuttosto di consegnarsi ai nazisti e abbandonare la caserma. Il suo corpo fu gettato nel lago di Resia e mai più ritrovato. «Egli sacrificò la vita pur di non rinunciare al suo lavoro, rimanendo fino all’ultimo a difendere quella comunità che gli fu affidata - ha proferito il generale Mennitti - e anche oggi il nostro compito è di stare vicino alle comunità dove prestiamo servizio». Mennitti ha terminato il suo intervento ricordando che la comunità dell’altopiano deve essere fiera di poter annoverare un vero eroe come il brigadiere Monaco, di cui la figlia e i suoi nipoti (uno porta proprio il nome di nonno Ottavio), che vivono a Molveno, conservano vivo il ricordo del suo patriottismo. Prima di congedarsi, il generale Menniti ha consegnato la bandiera tricolore alla figlia Maria Luisa, visibilmente commossa con le lacrime agli occhi, quella stessa bandiera che il padre il 9 settembre del 1943 la difese fino alla morte. A Ottavio Monaco, tre anni fa fu assegnata la medaglia al valor militare e lo scorso anno gli fu intitolata la piazza di Cittaducale dove visse da giovane.