Anche le scuole medie di Giovo "costrette" ai 5 giorni di scuola
Dal prossimo anno scolastico anche le scuole secondarie di Giovo si adegueranno alla legge provinciale 10 del 2006, che - salvo motivate decisioni addotte in senso contrario delle singole istituzioni scolastiche - riduce a cinque i giorni di scuola. Le primarie di Segonzano vedranno invece ridotti i pomeriggi a scuola da 5 a 4.
A deciderlo nella seduta di giovedì 21 dicembre è stato il Consiglio dell’ istituzione dell’Istituto comprensivo di Cembra di cui fa parte il plesso di Giovo, presieduto da Francesca Villotti (una delle sei rappresentanti dei genitori) su proposta della dirigente, professoressa Francesca Lasaracina. Le decisioni in seno al consiglio - composto da sei docenti, sei genitori, due rappresentanti del personale non docente e un rappresentante della Comunità di valle - sono passate con tre voti contrari.
Un dissenso solo apparentemente poco significativo, perché le scelte operate su Giovo e Segonzano hanno risvolti che vanno al di là della conta di mani alzate eseguita a Cembra il 21 dicembre. Quel voto è stato infatti l’ultimo atto di un processo partecipativo che aveva coinvolto a titolo consultivo genitori e docenti. Un atto risultato però del tutto avulso dai passaggi che lo avevano preceduto: logica e precedenti avrebbero voluto che di quanto manifestato dalle famiglie e dagli insegnanti si tenesse conto al momento dell’unico voto decisivo. Così però non è stato.
A Giovo e Segonzano lo “scherzetto” non è piaciuto affatto, tanto che dopo l’ufficializzazione della decisione del Consiglio dell’istituzione, un gruppo di genitori e docenti ha voluto esprimere all’Adige tutta la propria amarezza e delusione per come sono andate le cose.
«Quel che è successo lascia sul campo valori importanti, come la fiducia nelle istituzioni e nella possibilità di sentirsi partecipi di decisioni che ci toccano da vicino, anche perché la dirigente non ha fornito alcuna motivazione a sostegno del cambiamento - spiegano -. Due anni fa Giovo vide rispettato il risultato del sondaggio fra i genitori che respinse la riduzione da sei a cinque giorni di scuola. La novità passò a Cembra e Segonzano, ma non a Giovo, storicamente legato ai sei giorni, creando fra l’altro una virtuosa opportunità di scelta fra orari diversi, all’interno dello stesso Istituto comprensivo».
Da allora, però, con il dirigente ed il consiglio dell’istituzione, è cambiato anche il valore attribuito al sondaggio, visto che stavolta il parere del 70% dei genitori su un 60% di votanti nonché il voto favorevole al mantenimento dei sei giorni espresso a maggioranza dal Collegio docenti, sono stati bellamente ignorati. A spazzare via questo apprezzabile coinvolgimento, oltre alle rapide convinzioni maturate su ciò che sia meglio per le scuole di Giovo e Segonzano della dirigente Lasaracina insediatasi a Cembra a settembre, sono state le mani che si sono alzate nel Consiglio dell’Istituzione, le uniche ai sensi della legge, ad avere peso decisionale. A margine vale la pena aggiungere che di quelle mani solo una dopo quanto accaduto due anni fa, è rimasta espressione del plesso scolastico di Giovo, fattosi probabilmente trovare debole ed esposto anche a possibili rivalse interne, nel luogo e nel momento sbagliati.